Controluce. Alberto Burri, una vita d'artista
Donzelli, 135 pp., 17 euro
Di Alberto Burri, tra i più grandi artisti italiani contemporanei conosciuti all’estero (e non è così scontato, da qualche tempo), si sa più o meno tutto circa la sua lunga e prolifica carriera. I cretti esposti qua e là a ogni latitudine possibile; nomi di grandi musei che costellano la sua biografia: dal Guggenheim newyorchese al Centro Pompidou parigino, tanto per citarne due in grado di dar l’idea di chi si sta parlando. Ma del Burri privato, dell’uomo che stava dietro alla maschera d’artista, poco s’era scritto. Oggi, a vent’anni dalla morte, a togliere il velo c’ha pensato Alessandra Oddi Baglioni, studiosa e appassionata d’arte che con Burri condivide le origini: umbre per entrambi. L’autrice è andata a scavare in profondità per realizzare quella che alla fine si presenta come una cosiddetta biografia romanzata, dove il romanzo serve più che altro a collegare gli elementi veri e provati dell’esperienza terrena del padre dei cretti. Il materiale su cui imbastire la storia è corposo: lettere private, racconti di chi l’ha conosciuto e ha cercato di penetrare la robusta corazza di quest’uomo a tratti scontroso con tre grandi passioni coltivate fino allo stremo per evadere dal lavoro d’ingegno: le partite del Perugia, la fotografia e le passeggiate nei boschi all’alba, calpestando l’erba ancora fresca di rugiada. Già la scoperta della sua dote artistica è da romanzo degno di passare poi sugli schermi cinematografici: ufficiale medico fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia nel 1940, sarà portato in un campo di prigionia nel deserto del Texas, migliaia di chilometri a ovest. Sarà lì che un nemico, un giovane caporale americano, gli farà avere qualche pennello e un po’ di cartoni. Un modo come un altro per passare il tempo. Il risultato, come nelle migliori e classiche favole, è cosa nota.
Ma più che Burri, il vero elemento caratterizzante del libro è rappresentato dalle donne, presenza costante nelle centotrentacinque pagine che compongono il volume. A cominciare dalla giovane prima assistente inglese, che torna in Umbria anni dopo la scomparsa dell’artista, avvenuta vent’anni fa. E’ a lei – assieme a un gallerista che gelosamente custodisce un tesoro particolare – che Oddi Baglioni affida il compito di narrare la storia, che si svolge appunto tra la realtà (il tesoro del gallerista esiste, ed è un cretto minuscolo che fa da filo conduttore all’opera) e la finzione, che contribuisce a dare leggerezza a una biografia di un artista dalla personalità tutt’altro che banale.
CONTROLUCE. ALBERTO BURRI, UNA VITA D’ARTISTA
Alessandra Oddi Baglioni
Donzelli, 135 pp., 17 euro