L'ideologia del godimento
Circolo Proudhon, 127 pp., 13 euro
In un mondo in cui la pornografia è stata completamente sdoganata, gli attori di film hard diventano opinionisti morali, nelle nostre città abbondano i sexy shop e l’educazione sessuale “senza tabù” nelle scuole è prevista dalle linee guida dell’Oms fin dalla prima infanzia, un saggio del genere potrebbe sembrare fuori luogo, bacchettone e anacronistico. Il lavoro di Fratus e Cioni è invece molto attuale, e riesce in poche pagine a inquadrare quello che sempre più esperti, sociologi, psicologi e psichiatri identificano come un problema crescente in tutto il mondo: la dipendenza dalla pornografia con conseguente aumento del numero di persone che hanno sempre più problemi nel rapportarsi con l’altro sesso, difficoltà ad adattarsi alla società in cui vivono, perdita di contatto con la realtà. I siti internet pornografici, facilmente raggiungibili anche da smartphone, sono diventati in molti casi il primo incontro che un pre-adolescente ha con il sesso, e la modalità con cui questo tipo di immagini viene mostrato agli utenti fa sì che in essi cresca il desiderio di andare oltre, spingendo la ricerca del piacere nell’osservare pratiche sessuali sempre più estreme (da un accoppiamento tra un uomo e una donna a quello con animali). Il suo stretto legame con la masturbazione spinge le persone “alla ricerca di soddisfazione sessuale in modo personale, distaccato, autoreferenziale, individualistico”, con la conseguenza – confermata da numerosi studi – di turbare “fortemente il rapporto con l’altro sesso”. Senza che ce ne accorgiamo il porno manipola le nostre menti facendoci guardare gli altri solo in funzione del piacere sessuale che potrebbero darci, facendoci ritenere il nostro o la nostra partner come poco interessanti, provocando alla lunga un paradossale calo del desiderio. “Tutto è sesso – dice il protagonista di “House of cards” citando Oscar Wilde – tranne il sesso, che è potere”.
Nell’ultimo capitolo della prima parte del saggio, Fratus chiede se la pornografia sia utile al potere proprio per la sua radice individualista: sì, sostiene il sociologo, come potrebbe non esserlo in un momento storico in cui l’ideologia dominante prefigge una società senza comunità? Esaltazione dell’omosessualità, educazione al gender e alla soddisfazione del piacere hic et nunc, continui stimoli a pulsioni di tipo materiale. Così la pornografia ha cambiato e sta cambiando individui e società, ma non solo: nella seconda parte del saggio, lo psichiatra Paolo Cioni documenta in modo scientifico come il porno produca cambiamenti significativi a livello cerebrale e affettivo in chi ne fa uso. La chiave è la dopamina, neurotrasmettitore centrale nel sesso e nelle dipendenze: quando il nostro cervello la rilascia ci sentiamo “ricompensati”, ma “attivare i centri del piacere sempre con lo stesso stimolo (per esempio lo stesso partner) induce un rilascio via via minore di dopamina. Per ripristinare livelli più alti è necessario cambiare lo stimolo”. Qui entra in gioco la pornografia, che offre continuamente nuovi stimoli, grazie alla moltiplicazione dei video, delle categorie e delle possibilità di rapporti sessuali di tipo diverso. Peccato che, conclude Cioni, “non siamo costruiti per la ricerca affannosa del piacere”, comportamento che anzi “distrugge l’equilibrio neurotrasmettitoriale”. L’aumento di nuovi disturbi psichiatrici come la dipendenza da internet con riferimento particolare alla pornografia è sotto gli occhi di tutti. Siamo una civiltà con il cervello sempre più atrofizzato, e questa atrofizzazione nella maggior parte dei casi è indotta: “Una popolazione di persone etero-dirette è molto più gestibile di una popolazione di persone autodirette”.
L'IDEOLOGIA DEL GODIMENTO
Fabrizio Fratus e Paolo Cioni
Circolo Proudhon, 127 pp., 13 euro
Universalismo individualistico