Memorie ritrovate

Redazione
Ezio Gribaudo e Giorgio de Chirico
Skira, 136 pagina, 22 euro

Torino è la città delle amicizie peripatetiche”, scriveva Giorgio De Chirico pensando a quelle “amicizie purissime, platoniche” come una gioia senza macchia o una promessa d’eternità  simili alle melodie di Chopin e alle tele del Veronese. E doveva avere  in mente l’amicizia che lo legò a Ezio Gribaudo, grafico, artista, editore. I due si conobbero nel 1967, quando de Chirico, ottantenne, era il grande metafisico che aveva rivoluzionato la pittura del Novecento, e Gribaudo, trentottenne, un artista in proprio oltreché editore di talento.  Vecchio, stanco e afflitto dalle avanguardie che lo facevano sentire superato, il primo. Aitante e pieno di energie,  il secondo. Di questa amicizia asimmetrica  ci resta un bel ricordo grazie a Stefano Cecchetti, che ha raccolto scritti, foto e testimonianze da  Soffici, a Buzzati, da Max Ernst a Cocteau. In ogni pagina  di questo libro  emerge  l’ammirazione, l’amore e lo sprone reciproco tra i due. Le foto di Francesco Aschieri  li ritraggono impassibili sotto la neve, di fronte all’arsenale di Borgo Dora, chini sui libri delle bancarelle di via Po, o nel ghigno teatrale del Pictor Optimus con i Dioscuri alle spalle. Torino è lo sfondo della loro conversazione ininterrotta. “La sua bellezza è difficile da scorgere”, scriverà De Chirico nel 1939  nel catalogo di una mostra di Paola Levi Montalcini. “Nietzsche per primo indovinò l’enigma di quelle vie diritte, affiancate da case rette, da portici sotto i quali anche con tempo di pioggia si può passeggiare tranquillamente coi propri amici, discutendo d’arte, di filosofia, e di poesia”. 

 

Da Torino, nel 1968, i due partono  in treno alla volta di  Parigi, dove  Gribaudo espone i suoi logogrifi alla Galerie de France. Tra di loro l’amicizia cresce sulla Senna, passeggiando in cerca dei luoghi della giovinezza  di De Chirico,  visitando la mostra di Ingres, o approdando alla casa editrice che quarant’anni prima aveva pubblicato le litografie di De Chirico con  introduzione di Cocteau. Si consolida  poi a Roma, nell’attico di piazza di Spagna, dove Gribaudo sbarca per preparare la monografia su De Chirico, scritta dalla moglie del pittore, Isabella Far, per l’editore Fabbri. Si rinnova nello scambio continuo, con Gribaudo che acquista il famoso nudo di Raissa, prima moglie di De Chirico, e il pittore che gli chiede di nasconderlo, e pubblica un corpus di 194 disegni. E le passioni dell’animo, l’ermetismo, la malinconia, l’odio per l’umano rivivono nell’urgenza, solitaria e severa, dell’arte. E infatti, “ascoltare e imparare a esprimere la voce remota delle cose, questa è la strada e la meta dell’arte”, ammoniva il  grande pittore. 

 

MEMORIE RITROVATE
Ezio Griabudo e Giorgio de Chirico
Skira, 136 pagina, 22 euro

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