Una famiglia imperfetta

Redazione
Nicola D’Attilio
San Paolo, 312 pp., 19 euro

    Non c’è niente di moralistico nell’opera prima di Nicola D’Attilio. Nessuna volontà di bacchettare chi ha messo in piedi una famiglia lontana dallo stereotipo ideale, che non a caso è ben delineato nelle prime pagine del romanzo, tra tarallucci inzuppati nel caffè bollente che sembra non finire mai e tazze di latte fumanti. L’opera riesce sapientemente a mescolare la tensione che può provocare l’arrivo di un figlio inaspettato e indesiderato con i tratti tipici della commedia italiana di qualche decennio fa, fatta di famiglie litigiose e paradossi comici. E’ un’impresa non da poco far conciliare i due elementi, ma l’autore ci riesce, con brio e inaspettata leggerezza. L’inizio fa comprendere il canovaccio che seguirà l’intera vicenda. E’ una mattina come le altre: in cucina ci sono madre, padre e figlia. Quest’ultima fa la rivelazione che sconcerta i genitori: l’altra figlia, Clelia, è incinta, anzi, “incintissima”. La madre è sconvolta, vede svanire di colpo tutti i sogni – più o meno utopici e assai comuni – di una vecchiaia fatta di divertimento e viaggi; il padre, più fatalista, scruta il gorgogliare della moka sul fornello, vestito con un pigiama carta da zucchero che provoca conati alla sua dolce metà. “Diventeremo nonni, animo”, dice alla moglie scandalizzata: “Ci sono cose ben peggiori”. Lei era già con la mente sulle navi da crociera, nella Pampa argentina, ovunque fosse possibile andare una volta libera dai doveri famigliari. Quando la figlia mette sul tavolo l’ipotesi dell’aborto, alla futura nonna scappa un “perché no?”, che fa sobbalzare il marito, fin lì serafico e fatalista. Clelia è disperata, sta sdraiata sul letto a fissare il soffitto e pensa: “Il vero problema è che la vita è una totale fregatura. Passi anni a pianificare ogni singolo passo, a sognare un momento simile e quando arriva, arriva in un modo tutto sbagliato”.

     

    Non ce la fa a staccare gli occhi dal test di gravidanza. Sa che presto dovrà fare i conti non solo con la vita che le sta crescendo in grembo, ma anche con l’ingombrante famiglia. Ma, più che altro, bisognerà fare i conti con il futuro padre, quel Diego che non pare proprio essere baciato dal dono della saggezza. Per lui, esperto di marketing, calzava a pennello il risultato di uno di quei test che occupano qualche spazio sulle riviste da toilet: “Rassicurante come Sean Connery, finto egocentrico in realtà insicuro, riflessivo; sarcastico con stile”. Sono diversi, Clelia e Diego. Introversa lei, viveur lui, abituato com’è a catturare una preda diversa ogni fine settimana. Basta una notte per sconvolgere le loro vite: una gravidanza non voluta metterà lei – maestra trentenne insipida con ben poco da raccontare – davanti al bivio se abortire o meno. Lui vedrà crollare il mondo che s’era costruito, fatto di certezze date per acquisite che si sbricioleranno l’una dopo l’altra. Clelia aveva immaginato una vita semplice, all’insegna della routine tranquilla; Diego puntava tutto sul successo lavorativo e il divertimento dopolavorativo. La gravidanza rovescerà i ruoli: la donna non sa che fare, è incerta e tentata dal porre fine a quella vita minuscola, così da poter ricominciare la propria vita noiosa. L’uomo, invece, inizierà a prefigurarsi un futuro da padre responsabile, ripercorrendo la propria frenetica esistenza. Saranno proprio l’ambito famigliare e quello delle amicizie, pur con tutte le loro contraddizioni e invadenze, a rappresentare il punto di mediazione tra due sensibilità così agli antipodi. Il romanzo – la cui lettura è scorrevole a dispetto del tema – presenta uno spaccato di vita quotidiana comune a molte famiglie. Non ci sono condanne né giudizi, solo un’indagine profonda su quanto una notte d’amore priva d’ogni trasporto sentimentale possa cambiare per sempre la vita di due persone così diverse.

     

    UNA FAMIGLIA IMPERFETTA
    Nicola D’Attilio
    San Paolo, 312 pp., 19 euro