La fogliata del sabato
IL CONFINE
Sebastiano Vassalli
Rizzoli, 148 pp., 16,50 euro
Sono lontani i tempi di Antonia, la strega di Zardino magistralmente raccontata un quarto di secolo fa ne “La Chimera”. Vassalli torna al suo altro grande amore, la denuncia. Il tema di questo agile saggio è il Sudtirolo, o Alto Adige a seconda delle preferenze lessicali di ciascuno. L’intento non è quello di passare in rassegna la storia tormentata dell’estremo lembo settentrionale d’Italia né di dar giudizi sulla fondatezza delle rivendicazioni politiche e culturali che si protraggono da decenni. Lo dice lui stesso, nella concisa premessa: “L’autore di questo libro non è uno storico di professione, né un sociologo né un politico. Non ha interessi né parentele in Sudtirolo / Alto Adige. E’ uno scrittore, ormai anziano, che ci era capitato trentadue anni fa quasi per caso, perché doveva scrivere delle note di viaggio per una rivista”. Da lì, il colpo di fulmine e la decisione di spiegare “quella grande vicenda” di cui gli italiani “hanno sempre saputo poco e, peggio, hanno sempre capito poco”. Punto di partenza sono le due ricorrenze ormai prossime: la vittoria nella Prima guerra mondiale e i cento anni del trattato di pace tra Italia e Austria. A Vassalli non interessa parlare del conflitto scoppiato nel 1914, “che rappresentò l’inizio del declino dell’Europa nel mondo e che non finì affatto con gli armistizi del 1918 e con i successivi trattati di pace”. L’origine dell’odio non è neppure nella cessione all’Italia di Bolzano, le cui popolazioni nulla avevano a che fare con Roma. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
STORIA DEGLI ARABI
Philip K. Hitti
Odoya, 825 pp., 32 euro
L’opera imponente di Philip K. Hitti, uno dei più importanti studiosi della cultura araba di sempre, è giunta nella versione italiana alla sua ottava edizione. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1937 e frutto di un lavoro durato ben dieci anni, ripercorre in maniera completa e documentata tutta la storia del popolo arabo, dalle sue origini nomadiche dell’era pre-islamica (prima, cioè, del 622, anno in cui Maometto compì l’Egira dalla Mecca a Medina) fino ad arrivare ai primi decenni del ’900, con i primi stravolgimenti politici successivi alla caduta dell’impero ottomano. Un must, insomma, non solo per gli appassionati della cultura araba, ma anche per chiunque intenda esplorare le radici della civiltà occidentale e comprendere a pieno i tempi in cui viviamo. Culla della famiglia semitica, la penisola araba nutrì infatti quei popoli che più tardi migrarono nella Mezzaluna fertile, per divenire successivamente i babilonesi, gli assiri, i fenici e gli ebrei, ossia “i popoli che gettarono le basi del nostro patrimonio culturale”. Allo stesso tempo, nel Medioevo, l’Arabia diede origine non soltanto a un popolo che nel giro di un secolo conquistò gran parte del mondo civilizzato, ma anche a una civiltà che trasmise all’Europa medievale molte di quelle influenze intellettuali che infine provocarono il risveglio del mondo occidentale, avviandolo verso il suo moderno rinascimento: “Nel Medioevo – scrive Hitti – nessun popolo contribuì al progresso umano quanto gli Arabi e i popoli di lingua araba”. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
XXI SECOLO
Paolo Zardi
Neo Edizioni, 160 pp., 13 euro
Il ritorno a casa era pervaso della malinconia che prende gli amanti dopo l’orgasmo, quella che, di norma, precede il sonno. La vendita seguiva le stesse regole dei rapporti amorosi: le manovre di avvicinamento, il corteggiamento, l’accerchiamento concentrico, l’assalto, la resa e l’inevitabile tristezza che seguiva il coito. I centri commerciali erano pornografici – zero sentimento, nessuna conseguenza. Ma vendere di persona, in casa di qualcuno, dosando consigli affettuosi e ragionevoli inganni, quello era un atto d’amore”. Il protagonista di questo romanzo di Paolo Zardi (arrivato in finale al premio Strega, escluso un attimo prima della cinquina) è un uomo di mezza età, con due figli piccoli, e una moglie in coma dopo un ictus. Vende depuratori d’acqua porta a porta, e come rito sciamanico prima di entrare nelle case dei possibili acquirenti si ferma in autogrill per mangiare un toast farcito. La moglie è in coma e lui ha sviluppato una dipendenza per la masturbazione, il sintomo di una soffocante, strisciante depressione. Siamo in un’Italia post apocalittica. Proprio come potremmo vederla in televisione, se gli sceneggiatori di “The Walking Dead” – la serie tv che racconta un’America post apocalittica – fossero nati in Italia. Perché qui non c’è una comunità che lotta per la sopravvivenza tra i boschi, che va a caccia di conigli e spara in testa agli zombie. Qui c’è il grigiore di una civiltà che annega nei debiti, quartieri interi di palazzi disabitati, criminalità e abbandono: “Il parcheggio del centro commerciale era un cimitero di finestrini infranti. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
LA LETTERA A HITLER - di Gabriele Nissim, Mondadori, 304 pp., 20 euro - Figlio di un severissimo padre prussiano che lo educava a frustate e di una madre femminista e pacifista, Armin Theophil Wegner raccontava che a nove anni – leggendo in un giornale notizie relative ai massacri di armeni del 1895 – era rimasto impressionato dal racconto di quelle inaudite crudeltà su un popolo il cui nome assomigliava tanto al suo. Poco dopo, a scuola, era divenuto l’unico amico di un ragazzo ebreo emarginato dall’imperante antisemitismo. Durante la Prima guerra mondiale, fu spedito come paramedico nel Corpo sanitario tedesco distaccato presso la Sesta armata ottomana. Decorato con la Croce di ferro e promosso sottotenente, Armin verrà poi degradato, punito e rimandato in Germania. Il motivo? Una volta scoperto il genocidio degli armeni, si prodigò nell’assistenza delle vittime, documentando gli eventi con centinaia di foto. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
JANE E PRUDENCE - di Barbara Pym, Astoria, 240 pp. 17 euro - Se “Sex and the City” fosse stato girato negli anni Cinquanta, tra Londra e la campagna inglese, Barbara Pym sarebbe stata la sceneggiatrice ideale. Piena d’ironia, single, lavorò presso l’Istituto internazionale africano e prestò servizio, durante la Seconda guerra mondiale, nella sezione femminile della marina britannica. I suoi libri ebbero molto successo fino a quando, nel 1963, il suo editore le rifiutò un manoscritto sostenendo che era ormai diventata “fuori moda”. Quattordici anni dopo, il critico Lord David Cecil e il poeta Philip Larkin la definirono “la scrittrice più sottovalutata del secolo”, e la Pym tornò a pubblicare i suoi libri. Questo romanzo racconta la storia di due amiche: la quarantenne Jane, moglie di un pastore anglicano, che pensa che un marito sia qualcuno cui raccontare i propri scherzetti e che sia utile per portare le valigie e dare le mance in albergo, e Prudence, che ha ventinove anni, bella e ammirata. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
LA GALLINA CHE SOGNAVA DI VOLARE - di Sun-Mi Hwang, Bompiani, 142 pp., 11 euro - Il successo anche tra gli adulti di libelli come “Il piccolo principe” e “Il gabbiano Joanthan Livingston” ci è purtroppo ancora incomprensibile. E ci è altrettanto incomprensibile il motivo per cui un piccolo gioiello come “La gallina che sognava di volare”, dell’autrice coreana Hwang Sun-Mi, non abbia venduto un paio di milioni di copie anche qui da noi, e non solo in patria. La gallina Gemma è una gallina ovaiola. Da un anno è chiusa nella gabbia, senza poter fare un movimento, senza poter sbattere le ali, la sua unica occupazione è quella di deporre uova. A un certo punto, però, qualcosa si rompe: Gemma vede una sua “collega” da prato, che vive libera, e alla quale viene concesso di covare le uova, e vedere il pulcino nascere. Il desiderio di maternità darà a Gemma la forza di ribellarsi alla schiavitù, e di iniziare un’avventura finalmente libera.
NEMMENO HOUDINI, di Alessandro Mussinelli, Fazi, 320 pp., 14,90 euro
OSSERVATA SPECIALE, di Riccardo Brizzi, Le Monnier, 346 pp., 24 euro
VIVERE AL RITMO DELLA RADICALITA' NELLA STORIA, di Giovanni Feliciani, Bibliosofica, 482 pp., 20 euro
UN AMORE SENZA FINE, di Scott Spencer, Sellerio, 581 pp., 15 euro
Universalismo individualistico