La fogliata del sabato
SENDER PRAGER
Israel Joshua Singer
Adelphi, 74 pp., 8 euro
Piangevano tutte, tra i vapori dei calderoni e il puzzo della verza messa a bollire, quella mattina. Piangevano per Sender Prager, il capo del ristorante di Varsavia per il quale lavoravano. Quel giorno si sarebbe sposato, dopo quarantaquattro anni vissuti come ambitissimo scapolo. Ogni cameriera – ma solo quelle ebree – era convinta in cuor suo che sarebbe stata lei la prescelta per diventare la signora Prager. Eppure, dovevano evitare di farsi troppe illusioni: dopotutto, Sender aveva giaciuto con ognuna di loro, nello studiolo che veniva chiamato così solo per il decoro. “In luogo dello scrittoio e dei libri che ci si aspetterebbe di trovare in un ufficio, conteneva solo un sofà (…) sopra il quale era appesa una litografia raffigurante una bellezza esageratamente bionda, nuda come l’aveva fatta la mamma. C’era anche qualche bottiglia di cognac, e dei bicchierini sempre pronti, poiché non era per scrivere né per fare i conti che Sender si serviva di quella stanza”. Piangevano, le sue cameriere, nonostante quell’uomo non fosse il prototipo dell’adone, e l’autore lo fa capire fin dalle prime battute, quando indugia sulla descrizione fisica di Prager, al punto da paragonarlo al cane Briton, il bulldog messo a guardia del ristorante: “Il suo collo grasso e corto costellato di punti neri”, “tarchiato e labbra carnose”. Il rabbino di Yartchev, una sorta di suo confidente, lo aveva messo in guardia da tempo, prospettandogli le fiamme della Geenna se non avesse preso moglie. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
LA MATEMATICA E LA REALTA'
Giorgio Israel
Carocci, 155 pp., 15 euro
Il mondo è matematico? Da una parte, la matematica è ormai sempre più utilizzata per analizzare e prevedere ogni aspetto della realtà. Ed è uno sviluppo che dipende ampiamente dalle premesse che posero i due grandi fondatori della scienza moderna, Galileo Galilei e Isaac Newton. “Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi e altre figure geometriche senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola”, diceva Galileo della realtà celeste. Mentre Newton si poneva addirittura come una sorta di nuovo profeta, una sintesi tra Mosè e Pitagora, che grazie alla matematica apre la strada alla comprensione dei segreti dell’universo e avvicina alla conoscenza della Prima causa, ovvero di Dio. Il punto di vista degli scienziati di oggi è molto più scettico, come s’evince dalla lunga citazione di John von Neumann posta all’inizio di questo libro: “Le scienze non cercano di spiegare, a malapena tentano di interpretare, ma fanno soprattutto dei modelli”. Il modello è definito sempre da Von Neumann come “un costrutto matematico che, con l’aggiunta di certe interpretazioni verbali, descrive dei fenomeni osservati”. E la giustificazione di questo costrutto è la seguente: “Soltanto e precisamente che ci si aspetta che funzioni – cioè descriva correttamente i fenomeni in un’area ragionevolmente ampia. Inoltre esso deve soddisfare certi criteri estetici – cioè, in relazione con la quantità di descrizione che fornisce, deve essere piuttosto semplice”. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
IL VENTO DI SAN FRANCISCO
Howard Fast
Edizioni e/o, 470 pp., 18 euro
Joseph e Anne Lavette, nell’Europa del primo ’900, fanno parte di quel flusso immenso e ininterrotto di umanità che sono i migranti. L’America vista da Marsiglia è lontanissima, ma è lì che tutti desiderano scappare, tra le braccia della grande signora della speranza. Sono sedici giorni di viaggio. Anne è giovanissima e spaventata, aspetta un bambino e ha paura di morire, ma quando vede il porto di New York si sente subito meglio. Suo figlio nascerà in America, una madre non potrebbe fare una promessa migliore al suo bambino. Daniel Lavette viene al mondo dentro a un vagone merci in mezzo alla nausea e alla paura. L’America accoglie tutti e poi ride di loro, immigrati senza voce. E quando il terremoto del 1906 distrugge tutto quello che aveva conosciuto, Daniel si ritrova solo al mondo. La vita però ricomincia sempre, e poi intorno a lui c’è l’America, con i suoi spazi immensi che ti entrano in testa come se fossero un avvenire senza confini: “Quanto può essere bello questo schifo di mondo”. Daniel Lavette conosce il mare e poco altro: tutto il sangue sputato da suo padre, il nome e il corpo di qualche prostituta, gli ubriachi lacrimosi, conosce soprattutto la miseria. “Tu lo sai cos’è la povertà? E’ una specie di puzza… una malattia”. Daniel Lavette, pescatore figlio di pescatori, ha però altri progetti: sogna Nob Hill e le case dove vivono i ricchi. Come spesso capita ai buoni, la fortuna gli tende la mano. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
IL GIANNONE – OMAGGIO A GUIDO CERONETTI - Centro Documentazione Leonardo Sciascia / Archivio del Novecento, 294 pp., 50 euro - Mai premessa fu più giusta: raccontare Guido Ceronetti è arduo, e la cosa più facile “è scivolare nella palude dei luoghi comuni”. Il semestrale di cultura e letteratura “Il Giannone” ci prova, in quello che appare come un omaggio al suo genio e alla sua “nonostante tutto incrollabile fede nella dignità dell’uomo”. L’ouverture si ha con la ricostruzione e il commento di tre carteggi, da quello con Aldo Capitini a quello con Leonardo Sciascia, per concludere con lo scambio epistolare avvenuto tra “l’alipede Ceronetti”, che “è sempre altrove, da un’altra parte”, e Giosetta Fioroni. E’ poi la volta delle interviste, dei saggi e delle testimonianze. Solo alla fine, si dipana un’antologia critica tra le cui firme troviamo (tra i tanti altri) Elémire Zolla, Giuseppe Pontiggia, Sergio Quinzio e Giovanni Arpino. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
IL GATTO VENUTO DAL CIELO - di Hiraide Takashi, Einaudi, 133 pp., 18 euro - Una giovane coppia di professionisti senza figli si trasferisce in un quartiere residenziale di Tokyo, in una piccola abitazione in affitto all’interno di un vasto appezzamento di terreno dominato da un’elegante dimora padronale. Conducono un’esistenza piuttosto isolata, lavorando da casa, soprattutto di notte. La moglie è una correttrice di bozze, mentre il marito è un redattore che dopo molte incertezze ha deciso di lasciare il proprio impiego presso una casa editrice. Sono giovani, ma tra i due c’è qualcosa che non va e lo si percepisce sin da subito: il matrimonio sta per finire perché non hanno già più nulla da dirsi e si scambiano più silenzi che gesti di affetto. Quasi come un intervallo tra la loro vita insieme e quella che li aspetterà da lì a breve arriva una nuvola, “un minuscolo lembo di cielo bianco caduto sulla terra”. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
IL MERAVIGLIOSO MONDO DI OCTAVIO - di Miguel Bonnefoy, 66thand2nd, 104 pp., 16 euro - Il finale irrazionale spiazza il lettore che fino a quel punto, per cento e più pagine, s’era immedesimato nello sciagurato Don Octavio, il gigante buono (e assai silenzioso) che nell’antro della sua fatiscente casupola arroccata sulla collina di San Paolo del Limone si tagliava il palmo della mano per non confessare all’acida farmacista il suo analfabetismo. Il fatto è che il “meraviglioso viaggio” attorno al quale è costruito il romanzo è sì uno spaccato di vita quotidiana tra le bidonville fatte di fango e lamiere ondulate, ma è pervaso anche da evidenti tratti onirici che lo caratterizzano dall’incipit all’epilogo. Tutto ha inizio nel 1908, quando una nave proveniente da Trinidad gettò l’àncora nel porto della Guaira, portando il flagello della peste. Quarantene, caccia ai ratti, lazzaretti improvvisati. Unica speranza, affidarsi al Cielo. LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA
L'UCCISORE, di Gino Saladini, Rizzoli, 363 pp., 17 euro
FUMISTERIA, di Fabio Stassi, Sellerio, 167 pp., 12 euro
FINO A SALGAREDA, di Silvio Perrella, Neri Pozza, 208 pp., 14 euro
LA LETTERA DEL GIOVANE LAVORATORE, di Rainer Maria Rikle, 96 pp., 7,50 euro
Perché Leonardo passa a Brera