Una spola di filo blu

Redazione
Anne Tyler
Guanda, 391 pp., 18,50 euro

Esistono famiglie felici e nient’altro? I Whitshank fanno del loro meglio da una vita intera.  Non è stato facile per niente. Abby si ricorda ancora il giorno in cui si è innamorata di suo marito Red moltissimi anni prima, sotto il portico di casa Whitshank. Quel pomeriggio “il cielo era blu come i barattoli di crema Nivea”. All’ombra di quel portico, Abby e Red hanno visto i loro figli diventare grandi. Qual è stato il loro desiderio più grande? La donna non ha dubbi: “Vorrei che i miei figli avessero una vita meravigliosa”. Non sopporta l’idea che la sua possa essere una delle tante famiglie qualunque, sbiadite e silenziose. Loro però sono diversi, Abby ne è convinta. Eppure certe volte prova una fitta di dolore che non riesce a spiegarsi.  Poi si ricorda:  è colpa di suo figlio, quello triste. A volte succede. Sua madre però non si dà pace: “Oh Denny” sospira spesso. Denny sparisce per anni interi, nessuno sa che fine faccia però concordano tutti: “A volte è meglio non sapere”. Denny torna sempre. Un giorno invita i genitori a New York per il suo matrimonio. Loro non sanno come comportarsi, ma poi fanno del loro meglio, come al solito. Durerà poco: “Oh Denny” sospirano tutti, poco convinti. Uno dei tanti segreti della grande famiglia è che tutto si perdona e tutto si dimentica (o forse no), ma la vita continua comunque. Poi, quasi all’improvviso, Abby e Red si accorgono di essere diventati vecchi. Finora i Whitshank la vecchiaia l’avevano vista solo negli sguardi ingrigiti degli altri, adesso invece è Red ad arrancare. Abby se ne accorge subito e si lascia invecchiare pure lei. Aveva sempre aperto le porte di casa sua a tutti, anche ai suoi pazienti, “i derelitti” come li chiamavano i suoi figli. Adesso invece si chiude spesso nella sua camera dei ricordi e, se qualcuno la chiama, non risponde. E’ più facile voler bene ai propri cari guardandoli da lontano, attraverso le fotografie di quando erano piccoli. Ma come fai a guardarle davvero? le chiede la figlia Amanda.

 

“Oh, non ho mica bisogno di guardarle”, risponde. In famiglia sono preoccupati dei suoi vuoti di memoria. Abby però si ricorda ancora tutto, compreso l’affetto non spontaneo, le storie che è meglio non raccontare e la mamma di Red, Linnie Mae, che aveva amato tanto e tanto aveva sofferto. Ricorda soprattutto la fatica quotidiana di rimanere una famiglia. A guardarli bene, “i Whitshank non erano per nulla speciali, da nessun punto di vista”. Qualcuno ha detto che occorre troppa immaginazione per scorgere il dolore di chi crediamo felice. Anne Tyler dimostra di saperlo: la storia che racconta nel suo ultimo romanzo è quella di una famiglia come la nostra.

 

UNA SPOLA DI FILO BLU
Anne Tyler
Guanda, 391 pp., 18,50 euro

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