Vita col padre
Elliot editore, 182 pp., 17,50 euro
Il romanzo più famoso di Clarence Day, pubblicato per la prima volta in America nel 1935, divenne ben presto un classico dell’umorismo americano. Nel 1947 il regista Michael Curtis decise di farne un film, che fu candidato a tre premi Oscar. Il libro racconta attraverso piccoli ritratti di vita quotidiana la storia di un uomo elegante e brontolone, suo padre. Clarence Day senior è un borghese d’altri tempi: non esce mai di casa senza il cappello a cilindro e il suo bastone. Si indigna spesso, nessuno in questo mondo sembra essere ragionevole quanto lui. Persino il buon Dio, al quale si rivolge spesso, è un pasticcione, non troppo abile a governare. Ha bisogno di tenere sotto controllo la vita di tutti quelli che gli stanno intorno, non ci riesce quasi mai, e allora urla: “Maledizione”. I suoi figli, per esempio. Quanti dispiaceri gli hanno dato! Dal maggiore, al quale ha dato il suo stesso nome, si aspettava molto di più. Un giorno gli regala un violino, ma suo figlio non ha proprio l’orecchio per la musica. Quando era molto piccolo, Clarence junior sognava di diventare un cowboy. Un giorno, passeggiando orgoglioso al fianco di suo padre gli racconta il suo desiderio. Un uomo come lui, però, non ha tempo per simili sciocchezze: “Preferirei diventassi un uomo civilizzato”, gli risponde. Clarence Day non è capace di dimostrarlo, ma ama molto la sua famiglia, soprattutto sua moglie Vinnie, pur essendo una donna. Una sera a cena, mentre il marito è impegnato in un monologo sulla politica, la moglie, sorprendendo tutti, si intromette nel discorso. All’inizio Clarence non è sicuro di aver capito bene, ma poi con calma studiata posa il giornale e le dice dolcemente: “Sarei proprio contento se tu non parlassi di cose di cui non capisci un accidente”. Vinnie ama le porcellane, i tappeti orientali e quel modo borghese di stare al mondo. Le piacciono soprattutto gli inviti ai ricevimenti. Quando lei gli mostra un invito, lui sorride cortese e risponde: “Grazie al cielo io ho abbastanza buon senso per restarmene in casa”. Clarence Day odia i telefoni e in generale tutto ciò che vorrebbe intromettersi tra lui e il passato. Odia i medici e le loro medicine. Odia Woodrow Wilson: è colpa sua se gli è venuto il mal di denti. C’è una cosa che però odia più di tutte, ed è percepire il dolore delle persone che gli stanno vicino. Dietro quella tuba si nasconde però un uomo dal cuore d’oro, divertente e un po’ imbranato. Clarence Day Junior se lo ricorda ancora perfettamente, la storia di suo padre è una bella storia da raccontare.
VITA COL PADRE
Clarence Day
Elliot editore, 182 pp., 17,50 euro