Editoriali
La moda non fa sistema
Zegna va a Wall Street e illumina un altro lato del nanismo italiano
Ermenegildo Zegna, azienda storica dell’abbigliamento maschile, si quota a Wall Street con uno spac, special purpose acquisition company, fondendosi con Investindustrial di Andrea Bonomi. Imprenditore nipote di Anna Bonomi Bolchini (nessuna parentela con il Carlo presidente di Confindustria), nato a New York, Bonomi è specialista in private equity, investe, rilancia e spesso rivende aziende-simbolo non solo italiane: Ducati, Flos, B&B, Permasteelisa, Aston Martin. Dai motori alle costruzioni al design: il successo è nella capacità di risanamento e di intercettare acquirenti.
Per questo la fusione da 3,2 miliardi di dollari di cui la famiglia Zegna manterrà la maggioranza può essere un passaggio intermedio; benché gli interessati rassicurino sul mantenimento dell’italianità e dell’impronta familiare. Ma l’obiettivo non può essere solo questo. Poco prima Etro, marchio nato nell'alta borghesia milanese, è passata a Bernard Arnault, patron del gruppo francese del lusso Lvmh. E prima sempre Arnault era salito al 10 per cento in Tod’s.
Qualcuno va controcorrente, come Nicoletta Spagnoli, bisnipote di Luisa, la formidabile imprenditrice degli anni 20 i cui successi spaziarono dalla moda alla Perugina alla tutela delle donne in fabbrica. Nicoletta punta sulla crescita interna, sul ritorno degli abiti formali, sulle boutique monomarca. E’ la formula che in Inghilterra ha rilanciato Barbour, i giacconi (informali) della royal family.
Di certo dalla pandemia la moda italiana è uscita ammaccata e con le spalle meno larghe dei concorrenti francesi, forti del modello di gruppi globali del lusso come Lvmh, Kering, Richemont. Ben da prima del Covid gli esperti lamentano l’incapacità di fare sistema e razionalizzare una filiera di 66 mila imprese e 470 mila addetti contro le 2 mila imprese e i 60 mila addetti in Francia. I numeri non ingannino: tante microimprese significa nanismo e crisi in caso di problemi dei big. Nelle eccellenze del cibo il sistema italiano c’è, e cresce con modelli a partire da Eataly. Nella moda ognuno ha voluto essere nazionalista di se stesso.
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