Una boccata di Vargas Llosa al dì
Il liberalismo conservatore in Italia è in apnea. E non è detto che perfino negli scritti di un premio Nobel per la Letteratura, come lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, non si possa trovare una boccata d’aria buona.
Il liberalismo conservatore in Italia è in apnea. E non è detto che perfino negli scritti di un premio Nobel per la Letteratura, come lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, non si possa trovare una boccata d’aria buona. Nei prossimi giorni, dopo averlo intervistato la settimana scorsa (vedi su www.ilfoglio.it), scaveremo nei suoi testi a caccia di idee – equilibrate ma non banali – su politica, economia, media e cultura. Perché il Nobel in questione, nel suo curriculum, ha pure una candidatura alla presidenza del Perù. Iniziò tutto per caso nel 1987 – ricorda Vargas Llosa nell’autobiografia “Il pesce nell’acqua” (del 1993, mai più ripubblicato da Rizzoli) – con una lettera contro l’annunciata nazionalizzazione di banche e assicurazioni pubblicata su El Comercio, accolta poi a sorpresa da manifestazioni spontanee a suo sostegno. Ne nacque “Movimiento Libertad” e la candidatura del romanziere Vargas Llosa. Le elezioni del 1990 non le vinsero i liberali ma Alberto Fujimori e, venti mesi dopo, a Lima fu sospesa la democrazia.
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