La fotografia del potere nell'éra Renzi
Ieri sera all’Auditorium di Roma l’ex sindaco di Roma ed ex segretario del Pd Walter Veltroni ha presentato, di fronte a una platea piuttosto nutrita, il suo ultimo film: “I bambini sanno”. Al di là dei contenuti della pellicola veltroniana (ci sarebbe da scriverne un libro a parte), uno degli elementi che ha colpito di più i presenti in sala era il numero di uomini e donne delle istituzioni che hanno accolto l’invito del regista democratico romano. Il Foglio è entrato in possesso di un documento sfizioso che fotografa bene la geografia del potere politico e istituzionale non solo nell’universo veltroniano ma, cosa forse più interessante, nell’universo che ruota attorno al renzismo (clicca qui per ingrandire l'immagine). Chi conta qualcosa? Chi non conta un tubo? I criteri seguiti dai cerimoniali hanno sempre una logica standardizzata che mette nei posti più importanti il presidente della Repubblica, al centro, con ai lati i presidenti delle camera.
Tutto il resto però, come si vede da questa magnifica mappa che pubblichiamo sul nostro sito, è del tutto arbitrario. E spiega molto degli equilibri politici del nostro tempo. Fuori dalla fila centrale, ai lati, ci sono evidentemente i personaggi delle istituzioni che, per il cerimoniale, contano meno. E, stando al documento esclusivo (siamo autoironici, tranquilli), in questa categoria si trovano da una parte il ministro Poletti (x2), il ministro Boschi (x2) e il ministro Madia (x1), il capo del cerimoniale del Quirinale (Cremoni) e dall’altra parte, in quota quattro di briscola, il sindaco di Roma Ignazio Marino, il ministro della Scuola Giannini e il “potentissimo” sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. La prima fila prevede invece, ai lati estremi, in ordine di importanza decrescente: Dario Franceschini, Roberta Pinotti, Andrea Orlando; Piercarlo Padoan, Angelino Alfano, Giorgio Napolitano. Accanto al presidente Sergio Mattarella, alla sua sinistra il presidente del Senato Grasso (x2) e alla sua destra il presidente della Camera Boldrini con al suo fianco la vicepresidente della Camera Valeria Fedeli (x2). Subito dietro, in ordine sparso, al centro ci sono Nicola Zingaretti (presidente della regione Lazio) e Ugo Zampetti (segretario generale del Quirinale, ben distante da Poletti, Giannini, Marino e De Vincenti). Ai lati poi, in mezzo, veltronismo puro, ad alcuni delegati non meglio identificati della Gran Bretagna, del Chile, degli Stati Uniti, si trovano Marco Minniti, Luca Lotti, Anna Finocchiaro, Angelo Cardani (Agcom) e, messo non a caso nella stessa fila dei politici, Raffaele Cantone. Subito dietro le istituzioni. Giovanni Grasso e Simone Guerrini, del Quirinale. Danilo Errico, capo di stato maggiore dell'Esercito italiano. Il prefetto di Roma Gabrielli. Il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato Maggiore della Marina, Giampiero Massolo direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.
[**Video_box_2**]Se ne desume che nell’Italia renziana, all’interno della sua cornice veltroniana, ci sono ministri che contano meno di magistrati, magistrati che contano più di politici, anti corruttori che contano come politici. E molto altro. E chissà se ieri sera Veltroni si è accorto che mentre veniva proiettato il suo film in sala, tra le istituzioni pubbliche, c’era un altro film ancora più significativo proiettato ieri al centro dell’Auditorium: chi conta e chi no nell’era del renzismo.