Dall'Inghilterra arriva un Decameron per Renzi
Tagliare la spesa per abbassare le tasse. Davide Serra spiega al Foglio perché Renzi deve fare come Cameron (anche sull’austerità)
Roma. A prima vista ci si può disorientare e si potrebbe persino dare ragione a Pippo Civati – Renzi è di destra! – e il risultato delle elezioni inglesi con la sconfitta clamorosa del Labour, la vittoria altrettanto clamorosa di Cameron, è stata in effetti registrata in Italia, dalla sinistra, come la spietata cronaca di una morte annunciata e la conferma di un modello che funziona (la destra che si rinnova) e di uno che invece è destinato alla scomparsa (la sinistra che non si rinnova). “This is the Ed”, ha scritto su Twitter il portavoce di Renzi, Filippo Sensi, e se in giro per il mondo c’è un renziano che ha festeggiato più degli altri la sconfitta di Ed Miliband e il trionfo di David Cameron quel renziano è il finanziere Davide Serra. Un renziano, non di destra, che esulta per la vittoria della destra e la sconfitta della sinistra. Dobbiamo diventare strabici? “Credo che Cameron e Renzi abbiano diversi punti in comune – dice al Foglio Serra – e Cameron come Renzi sì è focalizzato sulla creazione di posti di lavoro (che ha raggiunto il suo livello massimo della storia del Regno Unito) e sulla lotta alle diseguaglianze, che qui in Inghilterra sono scese come non mai dal 2000, i tempi di Tony Blair. Cameron forse non l’avrebbe fatto, ma anche Renzi si è mosso in modo efficace contro le diseguaglianze, alzando le tasse sulle rendite finanziarie e dando ottanta euro ai redditi più bassi”.
La grande forza dei Tory, nota il Foglio, è stata quella di rendere popolare l'austerità virtuosa ed è ormai un dato di fatto che i partiti che non iscrivono nel proprio programma elettorale un serio programma di taglio alla spesa, Grecia a parte, non riescono a essere popolari e non riescono a essere percepiti come delle vere forze di governo. “Negli anni Ottanta e Novanta tutti i politici in tutta Europa hanno raccolto consenso elettorale indebitando i propri paesi, e le nuove generazioni lo hanno capito. Non si tratta di essere di destra o di sinistra ma si tratta solo di mettere in campo un po’ di buon senso. E’ fin troppo facile assumere persone a casaccio e spendere solo per soddisfare alcune clientele e lasciare poi il conto alle generazioni future. Questo modello deve essere senz’altro fatto suo anche dall’Italia, e senza un serio programma di riforme anche il nostro paese rischia di non recuperare gli ultimi vent'anni passati a litigare, dove abbiamo perso di competitività in Europa e nel mondo. In paesi a bassa natalità come l'Italia, il tema della razionalizzazione della spesa pubblica sarà cruciale anche per combattere il calo demografico con cui ci tocca fare i conti”.
[**Video_box_2**]Non si dà ragione a Civati e a Camusso quando si dice che un premier di sinistra (Renzi) dovrebbe copiare qualcosa da un premier di destra (Cameron)? “Nessuna contraddizione – spiega Serra – Anzi, dico di più. Da elettore di Renzi mi aspetto che alcune grandi battaglie portate avanti da Cameron siano fatte proprie da Matteo. Una in particolare: abbassare in modo drastico le tasse per le aziende, e per i cittadini, riducendo la spesa pubblica e finanziando la diminuzione delle tasse con i tagli alla spesa. In Inghilterra la tassazione delle aziende arriverà presto al 20 per cento, e poi uno si chiede perché la Gran Bretagna è il paese in Europa che riesce ad attrarre più investimenti di tutti e che riesce a creare posti di lavoro a un ritmo senza precedenti, con un tasso di disoccupazione arrivato al 5,6 contro il 12 per cento dell’Unione Europea e con una crescita del 4,5 per cento negli ultimi due anni contro lo 0,5 dell’Europa. Renzi è stato uno dei primi leader politici in Italia a decidere di tagliare le spese per abbassare le tasse ad aziende e lavoratori. La strada è giusta, ma va perseguita”. Il risultato delle elezioni inglesi messo insieme alla progressiva estinzione dei tutti i nuovi e vecchi partiti di sinistra europei, eccezion fatta finora per il Pd, ci costringe a porci un interrogativo importante: in questa Europa è ancora compatibile una politica tradizionale di sinistra con le attuali regole economiche? “Mi spiace deludervi – dice Serra – ma sono della scuola di pensiero di chi prova a ragionare senza utilizzare le vecchie categorie di pensiero, tra destra e sinistra. Le categorie che a me piacciono, e che credo piacciano a tutti gli elettori maturi, sono due e soltanto due: i politici che sanno mettere la marcia in avanti e quelli che sanno mettere solo la marcia indietro. Marcia in avanti significa promuovere crescita, benessere, posti di lavoro, opportunità per i giovani e soprattutto maggiore eguaglianza sociale, senza la quale non esiste benessere. E anche se spesso in molti lo dimenticano, un buon esempio da seguire non è solo l’Inghilterra ma ovviamente anche la Germania, dove, a prescindere da chi governa, esiste un sistema che mette insieme la più alta eguaglianza sociale con il più competitivo dei modelli industriali. E tutto questo non dipende da essere di destra o di sinistra o di centro. Io dico che Cameron ha fatto meglio di Blair. Che Obama ha fatto meglio di Bush. Che Merkel ha fatto meglio di chiunque altro. E che tutto questo succede sempre nei paesi in cui vi sono leggi elettorali che permettono di governare e che non premiano i diritti di veto di piccoli interessi politici. E a proposito di legge elettorale, non mi sembra di aver sentito in giro per l’Inghilterra girotondi di politici o elettori particolarmente indignati per avere un partito, quello di Cameron, che con il 36 per cento, solo il 36 per cento, governa il paese. Ma forse sono solo io distratto…”.