Quanto è deluchiano Renzi?
Non che ci fossero dubbi sul suo piglio decisionista, ma Vincenzo De Luca – che ieri ha salutato le possibili dimissioni di Ignazio Marino con un “M’illumino d’immenso” – ha iniziato l’avventura da governatore rottamando sindacati e burocrazia. Come scrive Italia Oggi, il primo provvedimento del neo presidente della Campania è una norma sui ritardi della Pubblica amministrazione che indica tempi certi per l’iter amministrativo, l’abolizione delle commissioni per il commercio e l’artigianato, lo sportello unico per le imprese e fondi per la sburocratizzazione. Ma una novità in particolare dimostra che forse stavolta si fa sul serio e sono le sanzioni per i dipendenti che rallentano le pratiche: “In caso di mancato rispetto dei termini non riconducibile a gravi, documentati e giustificati motivi”, il funzionario responsabile viene sanzionato con il taglio del “trattamento economico accessorio”. In pratica i dipendenti pubblici che dolosamente o colposamente fanno perdere tempo a cittadini e imprese pagano di tasca loro, con penalità che arrivano fino a qualche centinaio di euro al mese.
Non risolverà tutti i problemi della Campania ma la norma, che rende i cittadini un po’ meno sudditi dello stato, ha un forte valore simbolico. Naturalmente contro la legge anti fannulloni si sono scagliati i sindacati, contrari al merito del provvedimento e offesi dal metodo, visto che De Luca non li ha consultati prima dell’approvazione (altra medaglia al petto per il governatore). Prima delle regionali ci si chiedeva quanto fosse renziano De Luca, ora vista la verve rottamatrice del neo presidente è il caso di chiedersi quanto sia deluchiano il governo sul fronte della riforma della Pubblica amministrazione. Il ministro Madia prenda ispirazione.