Napolitano apre alla correzione della riforma elettorale. Il poco coraggio di Forza Italia
Giorgio Napolitano, intervenendo per dichiarazione di voto favorevole alla riforma costituzionale di cui molti lo considerano l’ispiratore fondamentale, ha espresso due opinioni non scontate. In primo luogo ha rivendicato anche questo esito come conseguenza del rispetto reciproco tra le formazioni di centrodestra e di centrosinistra che aveva portato alla richiesta, da lui accolta solo per questo, di accettare un secondo mandato parlamentare. Ha anche attribuito alla debolezza di una democrazia che non supera la demonizzazione reciproca la bocciatura referendaria della riforma del centrodestra. Ha poi ammesso che la riforma attuale non è perfetta, ma che sblocca un processo riformatore inceppato per decenni ed ha espresso un’inattesa apertura a correzioni della legge elettorale. Si è trattato di un intervento breve ma di livello elevato, al quale si è contrapposta la plateale uscita dall’Aula dei grillini. Purtroppo dal livello di questo ragionamento pacato e persuasivo si è discostata la replica di Paolo Romani che, a nome di Forza Italia, ha annunciato l’adesione al fronte del no che si va coagulando tra le opposizioni in vista del referendum. Sembra una ritorsione per la bocciatura subìta dalla riforma a suo tempo approvata dal centrodestra, che per la verità sui punti fondamentali coincideva con quella in discussione ora.
In una eterogenea congerie di opposizione antiriformista le forze responsabili finiranno per fare la fine dei vasi di coccio tra quelli di ferro, mentre sarebbe servita una loro distinzione proprio in base al principio del reciproco riconoscimento. Qualche segno di consapevolezza di questa situazione si può notare nella scelta di non abbandonare l’Aula nella votazione finale come hanno deciso invece di fare Lega e grillini, ma purtroppo è un segnale troppo debole.