Perché la Costituzione non è intoccabile. Firmato Beppe Grillo (2011)
"Di sicuro questa riforma non la votiamo". Il capogruppo M5S al Senato, Gianluca Castaldi lo aveva annunciato durante le dichiarazioni di voto. "Noi siamo riformisti veri mentre loro sono conservatori che vogliono solo mantenere i privilegi della
Casta, vedi l'immunità", aveva aggiunto. E così mentre in aula il ddl Boschi – quello che dovrebbe trasformare il Senato in un organo assembleare che rappresenterà le istituzioni territoriali ponendo così fine al bicameralismo perfetto – passa a Palazzo Madama, i grillini se ne stanno aventinizzati, fuori dall'Aula. I banchi vuoti coperti solo da cartellone verdi, bianche e rossi a mo' di tricolore.
L'uscita dei grillini avviene alle prime parole di Giorgio Napolitano. E' lui "l'autore di questo macello istituzionale", dichiara il senatore pentastellato Sergio Puglia, aggiungendo: "E' la persona che ha preso il programma della loggia massonica P2 e l'ha imposto ai presidenti del Consiglio al fine di rispettare quella idea".
Una riforma massonica quindi, eversiva. Peccato che nel 2011 Beppe Grillo sul suo blog dicesse il contrario: ecco qui il testo integrale di quello che prima era consentito e ora tacciato come golpe
Gli italiani, in pratica, non possono fare quasi nulla per cambiare le leggi a cui sono sottoposti, che regolano le loro vite. Questo diritto è riservato, "costituzionalmente", ai partiti. Gli esempi del referendum e della legge popolare sono illuminanti.
Non è possibile indire un referendum per introdurre una nuova legge. Le leggi si possono solo abrogare, non i tutti i casi (ad esempio per l'indulto), e solo se viene raggiunto il quorum. In sostanza quasi mai. Il referendum è una pistola scarica:
"Art. 75. È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi."
La Costituzione prevede la possibilità per i cittadini di raccogliere le firme per una proposta di legge popolare. Non obbliga in alcun modo il Parlamento a discuterla, quindi è un diritto sulla carta, una solenne presa costituzionale per il culo. La proposta "Parlamento Pulito" che derattizzerebbe Camera e Senato, 350.000 firme, non è stata ancora presa in esame dal Senato dopo più di tre anni.
"Art. 71. L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli."
La Costituzione va rimessa in discussione in molti dei suoi articoli. Oggi iniziamo dal 71 e dal 75. Il 71 deve prevedere l'obbligatorietà della discussione pubblica in Parlamento di ogni proposta di legge di iniziativa popolare entro sei mesi dal deposito delle firme. Il 75 deve introdurre il referendum propositivo e senza quorum. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.