Verdini (per ora) non è in maggioranza
La redistribuzione degli incarichi nelle commissioni parlamentari doveva essere l’occasione per consolidare nuovi e vecchi equilibri, dunque premiare il gruppo parlamentare di Denis Verdini (che dà sostegno alla maggioranza) e placare alcune inquietudini di potere anche nel partito di Angelino Alfano (anche se in Ncd, in realtà, sono molto più interessati ai posti ancora vacanti nei ministeri, e nei ruoli da sottosegretario e viceministro. Luoghi di potere vero). Ma il giro di elezioni, concertate, nelle commissioni parlamentari oggi non è stato quello che ci si aspettava. Verdini non ha avuto nessuna presidenza di commissione, che avrebbe sigillato la sua “affiliazione” al Pd e alla maggioranza. Al contrario il gruppo Ala, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, ha avuto meno vicepresidenze di Forza Italia che è a tutti gli effetti un partito di opposizione. Il partito di Silvio Berlusconi ha infatti eletto cinque vicepresidenti in Senato e addirittura, dopo un piccolo coup a sorpresa, un presidente: Altero Matteoli confermato alla guida della commissione trasporti. Il gruppo di Verdini, malgrado sostenga la maggioranza e il governo, ha avuto solo tre vicepresidenti.
Tuttavia la politica ha la sua grammatica e i suoi giochi prevedibili. Così l’opposizione – Forza Italia, Lega, Sel – segnala le tre vicepresidenze date ad Ala come il sigillo di un avvenuto ingresso in maggioranza. Roberto Speranza, leader della sinistra interna al Pd, gioca lo stesso gioco, facendo leva sulla contraddizione estetica e politica di Denis Verdini – cioè lo storico consigliere di Berlusconi – che si avvicina al Pd. E dunque, dice Speranza: “Ieri il voto di Verdini & company al Senato, decisivo ai fini del raggiungimento della maggioranza assoluta. Oggi la elezione di tre vice presidenti delle commissioni appartenenti al gruppo Ala. Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo con Verdini dentro”. Si tratta di battaglia politica, di schermaglie e di messaggi quasi pre-congressuali. In realtà ancora, per ora, Verdini resta fuori dalla maggioranza. E nemmeno il partito della nazione, che diceva Veltroni l’altra sera da Lilli Gruber “è il contrario del Pd”, sembra essere all’orizzonte.