Alfano può trasformare in oro il successo sulle unioni civili? Una strada c'è
Nella vicenda delle unioni civili Angelino Alfano ha ottenuto un evidente successo. Mantenendo ferma la sua richiesta di modifiche ragionevoli in cambio di una approvazione della legge da parte della maggioranza di governo ha lasciato a Matteo Renzi una via d’uscita che è diventata obbligata quando la sgangherata tattica scaturita dell’intesa tra sinistra democratica e Movimento 5 stelle ha fatto la fine che doveva fare.
Emerge una funzione non residuale dell’area moderata della maggioranza, che sarà particolarmente utile se si dovranno affrontare, e prima o poi sarà inevitabile, le questioni spinose della Libia o quelle dei rischi recessivi.
Questa funzione, che non va sottovalutata come molti tendono a fare, ha però un limite: è connessa alla particolare configurazione de rapporti parlamentari di questa legislatura e difficilmente potrà essere confermata in seguito, a causa della scarsissima presa elettorale di quest’area, che sarà acuita se dovrà competere con la nuova legge elettorale. Tuttavia l’effetto dell’azione di Alfano non è secondario, anche se si applica in realtà alla configurazione politica del Partito democratico e, in una certa misura, del centrodestra.
[**Video_box_2**]Il Partito democratico può evitare di finire su una deriva demagogica grazie alla tenuta di Alfano (ora rafforzato dalla confluenza obiettiva dei seguaci di Denis Verdini). Renzi ha retto alla manovra organizzata alla sua sinistra proprio perché poteva contare su Alfano. Anche il centrodestra deve fare i conti con un’area moderata che, per quanto ridotta e poco attraente per l’elettorato, ha peso. Da quelle parti si dovrebbe capire che il cedimento alla logica tribunizia del muro contro muro non porta da nessuna parte, mentre una pressione condotta con fermezza ma senza esasperazioni può dare dei frutti.