Il referendum è un'occasione, ma sforare i parametri europei è dannoso: lavorare per superare l'austerità
Sul Foglio di giovedì 7 aprile, Claudio Cerasa ha scritto che servono tre mosse contro l’assedio: trasformare il referendum costituzionale in un’occasione per superare i vecchi steccati del Pd, viaggiare dopo il referendum di ottobre verso il voto anticipato del febbraio 2017 per capitalizzare il consenso e costruire una campagna elettorale attorno al tema di una grande rivoluzione sulle tasse (taglio del venti per cento di Ires e venti per cento di Irap) anche a costo di sforare per tre anni il rapporto tra deficit e pil, come fece nel 2003 la Germania di Gerhard Schröder. E’ il lodo Foglio per salvare il renzismo.
Può funzionare? Dice Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. “L’Italia non è la Francia e il Pd non è il Pse francese. Nel 2007 abbiamo fondato un nuovo partito anche per superare quelle difficoltà e quei limiti della sinistra europea con cui i francesi oggi devono fare i conti. Il Pd ha raccolto oltre il 40 per cento dell’elettorato alle elezioni europee, il più forte partito europeo, non è roba che si può buttare alle ortiche: è una forza vitale, in grado anche grazie a Renzi di dire e fare cose importanti in Europa. Non abbiamo bisogno sforare i parametri, ma di renderli più flessibili per tutti, e soprattutto di stare dentro istituzioni europee che lavorino per la stabilità e la crescita e non più per l’austerity. Ciò premesso il Referendum di ottobre sarà una grande occasione di ulteriore radicamento sul territorio di un partito che, grazie a riforme che volevamo da almeno 30 anni, può rivolgersi ora anche a quanti hanno sempre guardato altrove o hanno guardato alla politica come a quelli che dicono e poi non fanno”.
Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera