Prima riduzione delle tasse, poi elezioni anticipate per far ripartire il motore riformatore
Sul Foglio di giovedì 7 aprile, Claudio Cerasa ha scritto che servono tre mosse contro l’assedio: trasformare il referendum costituzionale in un’occasione per superare i vecchi steccati del Pd, viaggiare dopo il referendum di ottobre verso il voto anticipato del febbraio 2017 per capitalizzare il consenso e costruire una campagna elettorale attorno al tema di una grande rivoluzione sulle tasse (taglio del venti per cento di Ires e venti per cento di Irap) anche a costo di sforare per tre anni il rapporto tra deficit e pil, come fece nel 2003 la Germania di Gerhard Schröder. E’ il lodo Foglio per salvare il renzismo.
Può funzionare? Dice Luciano D’Alfonso, governatore dell’Abruzzo, Pd. “Gardo con favore alla strategia da lei ribattezzata Lodo Foglio. Sono più cauto sulla locuzione “per la salvezza di Renzi” perché ritengo che il Presidente del Consiglio abbia in sé e attorno a sé tutti gli anticorpi per resistere alle pressioni future. Però intravedo il rischio di una palude data dai fautori della conservazione e del “no” a prescindere che avvelenano la politica italiana. Detto questo, è evidente che le tre mosse prospettate – referendum, rivoluzione sulle tasse ed elezioni anticipate – possono portare a una tabula rasa che segnerebbe l’inizio di una nuova epoca. L’opera riformista progettata e in parte significativa realizzata finora da Renzi ha bisogno di una nuova macchina. Il veicolo c’è, la direzione da prendere è chiara ma ci vuole un motore nuovo di zecca. Quello attuale è obsoleto, e il referendum costituzionale può essere decisivo nell’imprimere una svolta a questo new deal. Ridisegnata la struttura dello Stato, è il caso di immettere carburante fresco: un nuovo modello di tassazione, che liberi le energie finora ingabbiate dell’imprenditoria nazionale e che accenda di sacro fuoco la prossima legge di stabilità. Se l’economia riparte forte con l’abbattimento delle tasse, il consenso segue a ruota. Il capitolo elezioni anticipate è lo step fondamentale. Resistenze dentro e fuori il Partito democratico imbrigliano il disegno riformatore: da Presidente di Regione, da cittadino e da membro del partito dico che non se ne può più. Via i lacci e lacciuoli che stringono il piè veloce governativo e spazio al passo da bersagliere con cui era iniziata questa legislatura. Se questo è il Lodo Foglio, io lo sottoscrivo. Ci metto la faccia e anche l’esperienza politica accumulata in questi anni. Perché l’unica rivoluzione cui guardo con favore è quella dei fatti e di chi vuole lavorare per crescere e far crescere il Paese. Il resto è conservazione dello status quo per far sopravvivere certi dinosauri, ma gli animali preistorici stanno bene soltanto nei musei”.
La prossima Commissione