Roberto Giachetti con il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Dopo il referendum lo scontro politico continua sulle amministrative. Ecco come potrebbe andare il voto

Redazione
Gli ultimi sondaggi mettono in evidenza come in nessuna tra le grandi città chiamate alle urne – Roma, Milano, Torino, Napoli – ci siano le basi per una vittoria al primo turno di un candidato.

Passato il referendum sulle trivelle, constatato il non raggiungimento del quorum, ancora da smaltire le polemiche tra i delusi dall'affluenza e i renziani, la politica guarda al prossimo scontro elettorale: quello delle amministrative di giugno.

 

Gli ultimi sondaggi, pubblicati da Index per "Piazza Pulita", mettono in evidenza come in nessuna tra le grandi città chiamate alle urne – Roma, Milano, Torino, Napoli – ci siano le basi per una vittoria al primo turno di un candidato. I risultati sono incerti ovunque, Pd, M5s e dove c'è la destra unita, si spartiscono poco meno di un terzo dell'elettorato. L'unica grande città in cui un candidato accentra su di se quasi la maggioranza degli elettori è Bologna, dove il sindaco uscente Virginio Merola, Pd, accentra su di se il 42 per cento delle preferenze, una percentuale che comunque non gli consentirebbe l'elezione al primo turno e lo costringerebbe al ballottaggio o con l'esponente della Lega Nord, Lucia Bergonzoni, data al 24 per cento, o con il grillino Massimo Bugani, dato al 22 per cento.

 

Ecco, a oggi, come finirebbe la corsa alle amministrative nelle principali città italiane:

 

 

amministrative Roma/Milano/Torino/Napoli
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