Il ministro Maria Elena Boschi (foto LaPresse)

Ecco il piano del governo per vincere il referendum andando oltre il solo Pd

Redazione
Intervista del ministro Boschi al Corriere: “Il referendum di ottobre sarà diverso. Ci sarà un comitato per il Sì extra Pd per allargare la partecipazione dei cittadini”.

Incassata la vittoria (o comunque la disfatta dei suoi oppositori) nel referendum No Triv, il governo (come le opposizioni) si sta preparando alla battaglia campale di questa legislatura, il referendum di ottobre sulla “riforma  Boschi” della Costituzione. “Ci auguriamo che ci sia grande partecipazione – ha detto il ministro per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi al Corriere – Noi abbiamo fortemente voluto sin dall’inizio questo referendum che prevede un sì o un no secco senza quorum, perché riteniamo che su un tema che coinvolge 40 articoli della nostra Costituzione, non si possa non sentire l’opinione dei cittadini perché riguarda il futuro di tutti noi”. Nell’intervista al quotidiano di via Solferino, la Boschi ha commentato la costruzione del “fronte del No” alle riforme che raccoglie tutte le opposizioni: “La loro è ormai una alleanza strutturata: tutti contro il governo. Sarà bello vedere insieme Salvini e Vendola, Grillo e Brunetta e Berlusconi.

 

Noi siamo convinti che gli italiani sapranno benissimo da che parte stare”. Per superare una prova referendaria molto complicata, la strategia del governo prevede di serrare i ranghi all’interno del Partito democratico dopo i mal di pancia e i distinguo della minoranza interna anche sul referendum sulle trivelle e di allargare il “fronte del Sì” oltre i confini del Pd e della maggioranza di governo. Sul primo punto il ministro Boschi dice che non si andrà allo scontro feroce con i dissidenti “A differenza di altri partiti noi non cacciamo nessuno; lo abbiamo dimostrato anche concretamente respingendo le dimissioni che aveva presentato Walter Tocci in Senato quando non ha votato le riforme costituzionali in aula. Insomma, non siamo quelli che espellono”, ma comunque verrà richiesta fedeltà al partito e coerenza da parte di chi ha votato a favore delle riforme: “Il Pd, però, si impegnerà al cento per cento per il si a una riforma che il partito ha votato compattamente in Parlamento. Sinceramente, troverei singolare se poi non ci fosse lo stesso tipo di impegno nel vincere il referendum e nell’organizzare i comitati per il sì soprattutto da parte di senatori e deputati che hanno approvato il ddl in aula”.

 

Proprio i “comitati per il sì” saranno lo strumento su cui il governo, sottoposto a un lungo processo di logoramento, punterà per ampliare i consensi e la partecipazione in un referendum in cui per vincere non basterà astenersi: “Ci sarà un comitato nazionale che ovviamente non sarà coincidente con il partito – dice la Boschi al Corriere – Del resto tutti i comitati referendari sono sempre extra partito, fermo restando che il Pd, attraverso la sua organizzazione, sosterrà la campagna del sì, così come faranno gli altri partiti che hanno concorso alla riforma: da Ncd, Scelta Civica, Ala...Io credo che i comitati saranno un’occasione straordinaria per allargare la partecipazione dei cittadini”.