Cicchitto: "Addio Marco, gran rompiscatole"

Redazione
Il deputato di Area popolare ricorda in aula Marco Pannella e la sua battaglia per la giustizia e la ricostruzione dello Stato di diritto in nome di Tortora.

Caro Marco, mi auguro che abbiano ragione i nostri amici cristiani per cui la tua anima abbia, in questi giorni, aleggiato lieve su di noi e che tu abbia potuto seguire quello che è avvenuto in Italia in seguito alla tua morte. Immagino anche le tue possibili ironie su questa esplosione di consensi, ma anche, al fondo, la tua soddisfazione. L'applauso mediatico verificatosi per la tua morte è stata la tua paradossale e beffarda rivincita nei confronti di chi ti ha sottovalutato o deriso, come ha detto Emma Bonino, o di chi ti ha silenziato sui media. Ma a fronte di tanti consensi, non parlerei come ha fatto Emma di ipocrisia, ma invece parlerei di rimorso. Di un rimorso collettivo e anche della tardiva consapevolezza e della conseguente angoscia per quello che abbiamo perduto, per la morte di questo imprevedibile, trasgressivo, fantasioso, combattente per i diritti civili, di questo difensore dei carcerati e anche dello straordinario rompiscatole che tu sei stato. Abbiamo perduto la fantasia, ma non la fantasia al potere, ma la fantasia nella battaglia politica e culturale e da ora saremo più piatti, più burocratici, più grigi, né ci riscatteranno le quotidiane scenate nei talk show.
 

Al netto di tante discussioni che abbiamo avuto e di qualche litigata, sarò sempre grato a te e a Loris Fortuna per avermi consentito di essere allora in prima linea, come responsabile stampa e propaganda del PSI, nella battaglia condotta a difesa del divorzio; la battaglia politica più bella e anche divertente della mia vita. Concludo dicendo, però, che il messaggio di Pannella va preso di petto nel presente e nel futuro e mi sento di raccogliere personalmente quello sull'amnistia, concordando sulla proposta avanzata in merito in un'intervista su "Il Dubbio" dall'onorevole Marazziti.

 

Ma c’è un'altra questione più di fondo, ed è la ricostruzione dello Stato di diritto finito in Italia nel 1992 e nel 1993, in seguito all'uso politico della giustizia e mai più recuperato, per cui anche oggi domina la cosiddetta sentenza anticipata che viene scagliata con una sventagliata di intercettazioni telefoniche, accompagnate da un avviso di garanzia e dai titoli di alcuni quotidiani; poi, se dopo nove anni, interviene un'assoluzione nessuno se ne accorge e una vita è distrutta per la soddisfazione del Travaglio di turno, e questa battaglia tu l'hai fatta innanzitutto in nome di Tortora. Questo è il lascito politico che Pannella ci impone di affrontare e di sciogliere. Addio, caro Marco, con te se ne va anche un pezzo della nostra vita.

 

Fabrizio Cicchitto, deputato di Area popolare

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