L'aula del Senato (foto LaPresse)

La prescrizione agita la maggioranza (c'è chi vorrebbe processi infiniti)

Redazione
Area popolare contro la proposta avanzata dai senatori del Pd: avvio dei termini di prescrizione alla notizia di reato e stop dopo la sentenza di primo grado. Zanda prova a cucire la spaccatura.

E’ scontro nella maggioranza attorno alla riforma della prescrizione, dopo la proposta avanzata ieri da due parlamentari del Pd – Felice Casson e Giuseppe Luigi Cucca – in Commissione giustizia del Senato, dove è in discussione il ddl sul processo penale: avvio dei termini della prescrizione solo dal momento in cui la notizia di reato perviene al magistrato (e non quando viene commesso) e stop al decorso dei termini dopo la sentenza di primo grado.

 

L’iniziativa dei due senatori dem non è piaciuta ad Area popolare, che da tempo si dice contraria ad un’estensione eccessiva (se non all’eliminazione) dei tempi di prescrizione. “Apprendiamo con stupore che i due relatori, entrambi esponenti del Pd, hanno presentato proposte emendative sulla prescrizione che si pongono in direzione esattamente contraria agli impegni precedentemente assunti dal ministro Orlando” ha affermato il capogruppo di Ap, Renato Schifani, invitando “i colleghi Casson e Cucca al ritiro immediato delle loro proposte mai discusse e non condivise all’interno della coalizione”.

 

Il gruppo, che riunisce Ncd e Udc, ha anche detto “no” alla formazione di “maggioranze trasversali” attorno al testo di riforma della prescrizione, riferendosi al Movimento 5 stelle che ieri di fronte alla proposta di Casson e Cucca si era detto “pronto a votare” la misura, definendola un “passo in avanti”.

 

Il capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda, ha provato a ridimensionare lo scontro: “Ho parlato con i senatori Casson e Cucca che mi hanno comunicato che gli emendamenti da loro presentati in tema di prescrizione sono ipotesi di lavoro”. Il loro contenuto, ha proseguito Zanda, sarà “oggetto di analisi e confronto nei prossimi giorni” all’interno del Pd e della maggioranza. Una discussione che però si annuncia carica di tensione, e che rischia di rallentare il percorso della riforma, già ieri inondata da 800 richieste di emendamenti in Commissione.

 

In serata, il senatore del Pd Giuseppe Luigi Cucca ha annunciato il passo indietro, con il ritiro della sua firma ai discussi emendamenti: "Davanti a inaccettabili strumentalizzazioni politiche sulla mia firma, la ritirerò in un attimo, convinto come sono che il punto di caduta sarà sicuramente differente".