Non solo D'Alema, ecco fin dove possono spingersi gli anti renziani
“Voto per la Raggi e invito chi mi chiede un consiglio a fare altrettanto”, dice Massimo D’Alema. O meglio, Repubblica riporta che amici di D’Alema dicono che D’Alema dice che “Pur di cacciare Renzi sono pronto a votare anche Raggi”. E infatti, dopo che la polemica è montata, l’ex leader dei Ds ha smentito le frasi attribuitegli. In ogni caso la tentazione della minoranza dem di dare una spallata al governo esiste e già il Foglio aveva scritto di “D’Alema che tifa Parisi” e del “sostegno discreto al candidato del centrodestra” a Milano, dove si gioca la partita più importante del renzismo amministrativo.
Si parla di Roma e Milano, ma sullo sfondo c’è il referendum costituzionale, dove si decideranno le sorti del renzismo e del suo progetto rottamatore e riformatore. E già in questi ballottaggi forze storicamente lontane se non contrapposte ma accomunate unite nel “tutti contro Renzi”, dalla Lega ai grillini passando per la sinistra e la destra più radicali fino a Sabrina Ferilli e Fiorella Mannoia, si stanno avvicinando in vista della battaglia campale di ottobre. Un abbozzo di “Partito dell’altra nazione” lo si è già visto all’opera nel recente referendum (fallito) No Triv. Ecco come l’avevamo raccontato poco tempo fa:
"Manca solo Brancaleone da Norcia e nella grande armata referendaria contro le trivelle ci sono quasi tutti, ognuno con le sue idee e per motivi diversi, la gran parte dei quali prescinde dal quesito. Anzi, si fa prima a dire chi è contrario: il Pd. E neppure tutto, perché la minoranza interna e diversi presidenti di regione dem sono schierati sul fronte del “sì”, insieme a un ampio ventaglio di forze politiche che va dal Movimento 5 stelle alla Lega, da Sel a Fratelli d’Italia, da Forza Italia a Rifondazione comunista, passando per i Verdi, Forza Nuova, Casa Pound, associazioni ambientaliste, movimento benecomunista, attori, cantanti e vescovi. Ecco l’altro Partito della nazione, che si oppone a quello originario di Renzi, o meglio un Partito della reazione che ha certamente in comune un obiettivo tattico – dare un colpo al governo in vista delle amministrative e in attesa della battaglia finale del referendum costituzionale – ma ha anche una simile radice ideologica, fatta di avversione all’industria, rifiuto delle grandi opere, ambientalismo esasperato, chilometro zero e decrescita felice".