Sala d'attesa per Cappato
Cosa faranno i Radicali da grandi è un bel tema che appassiona molto il dibattito politico e il confronto giornalistico, a partire da queste colonne come noto. Grande la confusione sotto il cielo, Marco Cappato una sua idea ce l’ha. Se poi sia proprio vincente, vedremo. Prima si è candidato sindaco di Milano, ha preso l’1,8 per cento, impavido contro due candidati da “industria di stato”. Ora si è scapicollato nell’apparentamento con Beppe Sala, in nome di “trasparenza e partecipazione”, di riconversione verde e referendum propositivi e altre idee vagamente grilline che a lui piacciono tanto, a Sala non si sa. I ballottaggi sono ballottaggi, certo, ci si butta da una parte e si spera di vincere. Però, se la coerenza non è più una virtù, la congruenza dovrebbe avere ancora un suo fascino, per le politiche dei Radicali.
Il punto è che contro Beppe Sala pende un esposto di ineleggibilità, presentato alla Procura proprio da Cappato. E sarebbe buffo portargli i voti per vincere domenica, e poi farlo decadere per un esposto che non si intende (dice Cappato) ritirare. Poi c’è la questione del conflitto d’interessi, grande come una casa, di cui Cappato ha accusato Sala per mesi, invocando le sue dimissioni dalla Cassa depositi e prestiti. Che sia svanito nel nulla? E il tutto, in cambio di un po’ di trasparenza verde e di un posto in vetrina per Emma Bonino, futura miracolata alle relazioni internazionali di Milano? Forse è pochino. Ma i Radicali al momento sono un po’ così, ognuno ha la sua strategia. In attesa, Sala.