Renzi parla di "sconfitta senza attenuanti" a Roma e Torino. "Ma la vera partita è a ottobre"
Il Pd ha perso e la "sconfitta" a Roma e Torino è "netta e senza attenuanti". Il premier-segretario era arrivato tra i primi al Nazareno per seguire i dati delle urne, ma poi è rimasto in silenzio e a lungo chiuso nel suo ufficio al secondo piano per valutare i risultati con alcuni dirigenti, Matteo Orfini, Debora Serracchiani e Francesco Bonifazi.
In silenzio, alla fine, è rimasto tutto il partito perché nessun big è salito in sala stampa per commentare il voto, lasciando a un comunicato il compito di dare l'interpretazione ai risultati. Il Nazareno si è sforzato di vedere qualche elemento positivo, per esempio la "vittoria chiara e forte a Milano e Bologna". Ma "resta l'amaro in bocca per alcune sconfitte molto dure, da Novara a Trieste".
Il segno dei ballottaggi si vede tutto nella decisione di Renzi di anticipare la Direzione del partito al 24 giugno. Si tratta della Direzione del "lanciafiamme", quella in cui Renzi aveva già promesso di dare una svolta al partito, specie a livello locale e al sud. Per allora, a questo punto, tutto è possibile.
"Questa sera hanno vinto i romani a cui va il mio ringraziamento per avermi affidato questo compito importante. Mi sento di dire che questo è un momento storico: per la prima volta Roma ha un sindaco donna e in un momento in cui le pari opportunità sono solo una chimera, questo cambiamento lo dobbiamo al Movimento 5 stelle, a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio". Con queste parole il candidato grillino Virginia Raggi ha inaugurato il suo quinquennio come sindaco del Comune di Roma, la più giovane nella storia a guidare il Campidoglio, dopo aver vinto facilmente contro lo sfidante del Partito democratico Roberto Giachetti con un risultato netto. Il candidato del centrosinistra ha commentato la sconfitta poco dopo i primi dati usciti dopo le 23, quando il risultato era già assodato: "Il Pd riparte dalla sconfitta", ha ammesso, "ed è una sconfitta che appartiene solo a me, che ho chiesto e ottenuto di compiere le scelte e di gestire in autonomia l'intera campagna elettorale".
A Milano Beppe Sala, candidato del centro sinistra, è riuscito a prevalere sullo sfidante del centrodestra Stefano Parisi con un margine ristretto. "ringrazio tutti, ora dovremo dimostrare di poter realizzare quanto promesso", ha commentato Sala. Un risultato più inatteso è stato quello che arriva da Torino, dove la candidata del Movimento 5 stelle, Chiara Appendino, ha battuto nettamente il rivale e storico sindaco della città Piero Fassino. "Mi pare evidente che l'elettorato di centrodestra ha fatto convergenza sull'Appendino. I dati sono inequivocabili, la stessa cosa avviene in tutte le città dove c'è stato un ballottaggio con il Movimento 5 Stelle", ha detto il candidato del centrosinistra. "E' giunto il nostro tempo", ha detto invece Appendino. "Ci siamo presentati così come siamo, così come sono".
"La sconfitta a Torino e Roma è senza attenuanti. Ma lo ripeto anche a urne chiuse: non è un voto nazionale, bensì locale. Non cambio certo idea perché abbiamo perso", ha detto il premier Matteo Renzi al termine dello spoglio nell'ufficio di Largo del Nazareno. "Non mi dimetto", avrebbe ribadito il premier, perché "la partita con la "P" maiuscola". E se nel frattempo la minoranza del partito intende convocare un congresso, "allora si accomodino pure".
Equilibri istituzionali