Parisi si candida come leader del centrodestra. E dice "no" al referendum
"Voglio provare a rigenerare l'ala liberale italiana. Il Cav.? E' il motore dei moderati". A settembre una convention programmatica.
"Mi candido a dare una mano". Stefano Parisi, dopo la corsa - persa di misura contro Giuseppe Sala - per il Comune di Milano, in un'intervista alla Stampa annuncia di volersi mettere a disposizione come aggregatore del centrodestra a livello nazionale (nel parla anche il Foglio oggi): "Voglio rigenerarlo con un programma liberale e popolare". Per la prima volta, poi, si schiera sul referendum: "Voterò no". E lancia l'idea di un'Assemblea costituente per le riforme. Una nuova sfida per "non disperdere l'esperienza fatta a Milano. E' vero che non ho vinto, ma ho dimostrato che il nostro schieramento era portatore di una cultura di governo che merita di essere declinata a livello nazionale come linguaggio politico e piattaforma di contenuti". Quanto al ruolo di nuovo leader del centrodestra "non è questione di leadership – dice – Voglio provare a rigenerare il centrodestra con un programma politico liberale e popolare, alternativo al centrosinistra e concorrente con i Cinquestelle".
E per dar vita a questo progetto ci sarà "una convention programmatica a settembre, a Milano, in cui raccoglieremo idee e proposte". Quanto a Berlusconi, Parisi dice: "Penso che Berlusconi guardi al mio progetto con interesse, ma io intendevo dire che coinvolgerò figure competenti. La politica ha vissuto una breve fase giovanilista, in cui sembrava un merito non aver fatto niente. Io dico invece che servono persone fresche, cioè di non lunga carriera politica, ma che abbiano dimostrato di avere capacità". "Sono contro la rottamazione. A Milano penso di aver ottenuto un buon risultato perché una parte consistente della città ha riconosciuto il valore dell'esperienza e dell'affidabilità".
Quanto alle proposte: "Partiamo dall'immigrazione: basta con l'ipocrisia della sinistra che dice che l'unico tema è l'accoglienza. Io - aggiunge Parisi - sono per guardare il problema in faccia e risolverlo. Quindi dico ok a riconoscere i diritti ai migranti, ma a patto che rispettino la legalità. Rigore e regole chiare". Poi Parisi punterà"sull'Europa. Non basta dire che serve più Europa e poi chiedere maggiore flessibilità sui conti. Il rigore di Bruxelles sulla finanza pubblica è giusto, a essere sbagliata è la burocrazia europea che pervade l'economia, soffocandola". Quanto ai possibili futuri ruoli, Berlusconi "è stato a lungo motore della parte più moderata dello schieramento, deve continuare a esserlo", "da fondatore".