Antonio Campo Dall'Orto e Monica Maggioni (foto LaPresse)

Nomine da Nazareno

Redazione
Orfeo resta al Tg1. Colucci al Tg2. Mazzà al Tg3. Cosa ci dicono politicamente le scelte per i tg Rai. Dietro i nomi però ci sono molte storie da raccontare che hanno un sapore politico e le osservazioni che si possono fare sono due.

Roma. Nel corso della giornata di ieri, le anticipazioni del Foglio sono state confermate ed entro la settimana, entro giovedì, ci sarà l’ufficialità sui nomi dei direttori che guideranno i telegiornali della Rai. Al Tg1, come era prevedibile, resta Mario Orfeo. Al Tg2 viene promosso l’attuale vicedirettore del telegiornale Ida Colucci. Al Tg3, al posto di Bianca Berlinguer, arriva da Rai News Luca Mazzà, ex vicedirettore di Rai3, che l’anno scorso lasciò in polemica con Massimo Giannini “Ballarò” e che in Rai è conosciuto per essere un grande oppositore della stessa Berlinguer. Alla guida di Radio Rai arriva l’ex vicedirettore del Tg1 Andrea Montanari. Al Tgr viene confermato Vincenzo Morgante (molto sponsorizzato da Sergio Mattarella). Nicoletta Manzione, corrispondente da Berlino, diventa direttore del Tg Parlamento.

 

Dietro i nomi però ci sono molte storie da raccontare che hanno un sapore politico e le osservazioni che si possono fare sono due. Prima: le nomine, a differenza di molte precedenti, sono tutte interne. Seconda: il renzismo viene in qualche modo rappresentato con il volto di Luca Mazzà al Tg3; mentre al Tg2, Ida Colucci, in passato molto sponsorizzata da Forza Italia (nel 2010 realizzò una lunga intervista al Cav. proprio su Rai2) e oggi fortemente voluta alla guida del Tg2 dalla presidenza del Consiglio, è il simbolo di quello che potrebbe ancora nascere dopo il referendum costituzionale: un patto di non belligeranza tra Pd e Forza Italia. Difficile dire cosa succederà nei prossimi mesi tra centrodestra e centrosinistra. Più facile notare che ogni volta che ci sono nomine importanti, come è successo anche nel 2014 con la grande tornata di designazioni delle società partecipate (con Guido Alpa, gradito a Forza Italia, finito nel cda di Finmeccanica e l’ex eurodeputata di Forza Italia, Luisa Todini, scelta come presidente di Poste), c’è sempre in controluce un filo di dialogo tra centrodestra e centrosinistra che al di là delle polemiche non si spezza mai del tutto.

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