La presentazione di "Liberi Sì", comitato per il Sì al referendum sulle riforme costituzionali (foto LaPresse)

Liberali (non renziani) per il sì? Esistono

Redazione
Lo Spirito del ’94, quello della rivoluzione liberale, in qualche modo si è palesato con il comitato “Liberi Sì”, promosso da Giuliano Urbani, ex ministro e fondatore di Forza Italia, e Marcello Pera, già presidente del Senato e fondatore del Popolo della libertà. Il referendum costituzionale, l’identità del centrodestra e un appello.

Da un lato c’è lo spirito del centrodestra presente, con le reazioni isteriche e no global nei confronti dell’ambasciatore degli Stati Uniti John Phillips, colpevole di essersi espresso per il “sì” al referendum (o meglio, contro i danni del “no”). “Dopo che l’ambasciatore Usa si schiera per il Sì ficcando il naso nella politica italiana, il No è un gesto per difendere la sovranità. Non siamo una colonia!”, dice Augusto Minzolini. “Le dichiarazioni di Phillips rappresentano un’ingerenza inaccettabile, intervenga Mattarella”, dice il capogruppo di FI Renato Brunetta. Dall’altro lato c’è lo Spirito del ’94, quello della rivoluzione liberale, che in qualche modo si è palesato con il comitato “Liberi Sì”, promosso da Giuliano Urbani, ex ministro e fondatore di Forza Italia, e Marcello Pera, già presidente del Senato e fondatore del Popolo della libertà. Oltre a loro hanno aderito al comitato a favore della riforma costituzionale diversi intellettuali non renziani, ma liberali, socialisti, radicali e riformisti: Giuseppe Bedeschi, Sergio Belardinelli, Dino Cofrancesco, Raimondo Cubeddu, Luciano Pellicani, Guido Pescosolido, Eugenio Somaini, Marco Taradash e tanti altri.

 

“Gli elettori di centrodestra sono stati a favore della riforma della Costituzione fin dal primo governo Berlusconi del 1994 e della commissione bicamerale D’Alema del 1997. E sostennero una riforma costituzionale che la sinistra bocciò col referendum del 2006. Noi crediamo che questi elettori debbano riprendere la vecchia bandiera, anche ora che la sinistra ha cambiato la sua tradizionale posizione”. In mezzo ci sono Berlusconi e Stefano Parisi, che sul referendum hanno già deciso cosa fare (no) ma che un domani dovranno decidere se davvero il centrodestra del futuro può permettersi di regalare a Renzi la sua vecchia anima liberale (e forse anche qualche elettore).

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