L'infondatezza delle ragioni del no al referendum secondo Marcello Pera
Il 4 dicembre i cittadini italiani andranno alle urne a votare per il referendum costituzionale. Dovranno confermare il disegno di legge Boschi comprendente "le disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della costituzione". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ribadito più volte che il proseguimento della sua esperienza alla guida del paese e più in generale della sua carriera politica dipende dal risultato delle urne.
Nel corso di questi mesi si sono contrapposte le ragioni dei comitati del sì e quelle dei comitati del no che raccolgono un insieme eterogeneo di schieramenti politici, dalla minoranza del Pd a Forza Italia, passando per i grillini. Un insieme che tiene assieme Marco Travaglio e Renato Brunetta, Luigi Di Maio e Massimo D'Alema, Matteo Salvini e Gustavo Zagrebelsky.
Martedì Marcello Pera, filosofo, politico, ex presidente del Senato, ex senatore di Forza Italia e Popolo della libertà tra il 1996 e il 2013, intervistato dal direttore Claudio Cerasa, aveva esortato Silvio Berlusconi a cambiare posizione sul referendum in quanto "la battaglia che stai portando avanti non è solo un errore tattico ma è anche il tradimento di tutto quello che hai fatto e hai insegnato ai tuoi elettori durante la tua vita politica".
Oltre ad esortare il Cav. Marcello Pera ha analizzato anche le ragioni del no da parte dei movimenti di destra e di sinistra.