Il sì al referendum è la via per ritornare competitivi in Europa, dice Renzi
Secondo il presidente del Consiglio "chi guida la coalizione che vota No lo fa perché non è interessato al merito ed è interessato solo alla persona del presidente del Consiglio. Sono loro che personalizzano, non io".
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha accettato mercoledì di dialogare con il direttore Claudio Cerasa a proposito dei temi più importanti legati all'attualità politica e agli scenari futuri che caratterizzeranno l'agenda di governo da qui alla fine del 2016.
Presidente, scusi: ma perché si è fissato così tanto con il bicameralismo paritario? Perché è disposto a puntare tutto su un progetto certamente importante ma non così tanto, da mettere addirittura in gioco il futuro del suo governo e il suo personale?
“L’ho fatto per un motivo politico e per un motivo pratico. Questa legislatura è nata male, con un blocco totale, con un’oggettiva e potenziale non governabilità. Alla luce di questa premessa non dobbiamo dimenticare come siamo arrivati fin qui: il presidente della Repubblica mi ha dato l’incarico di fare il governo per fare le riforme e questa è la madre di tutte le riforme. Il mandato che ho ricevuto dal presidente della Repubblica è strettamente legato con questa partita e non si tratta di personalizzare o non personalizzare: si tratta solo di buon senso. Abbiamo promesso in Parlamento che questo sarebbe stato l’ultimo governo a chiedere la fiducia nei due rami del Parlamento e mi spenderò fino all’ultimo perché questo accada. Questo è il dato politico. Dopo di che c’è il lato pratico. Per essere competitivi a livello internazionale e per avere la possibilità di contare di più in Europa occorre semplificare il nostro sistema istituzionale. L’attuale equilibrio non funziona più. E chi non vuole cambiare sistema significa che si sta rassegnando a non volere cambiare l’Italia”.
Ci sta dicendo che è un traditore chi non appoggia il Sì al referendum costituzionale dopo aver chiesto la rielezione di Giorgio Napolitano nel 2013?
“Le sto dicendo che chi guida la coalizione che vota No al referendum costituzionale lo fa perché non è interessato al merito ed è interessato solo alla persona del presidente del Consiglio. Sono loro che personalizzano, non io. Vede, direttore: il No ha tante facce perché dire no oggi alla riforma delle riforme è l’ultima occasione per difendere il fortino. Sia a destra sia a sinistra in molti hanno proposto riforme costituzionali che andavano nella stessa direzione della nostra riforma. Anzi, le dirò che qualcuno aveva proposto riforme persino più audaci della nostra. Oggi, invece, quelle stesse persone gridano allo scandalo. Usano espressioni senza senso. Mettono in discussione la legittimità di questo Parlamento a fare le riforme quando questo Parlamento ha senso che vada avanti solo se fa riforme, non il contrario”.
Ecco la versione di Renzi sugli altri grandi temi della politica italiana e internazionale: