Quello che i grillini non vedono. La democrazia autoritaria di Grillo, secondo Renzi
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha accettato mercoledì di dialogare con il direttore Claudio Cerasa a proposito dei temi più importanti legati all'attualità politica e agli scenari futuri che caratterizzeranno l'agenda di governo da qui alla fine del 2016.
Ci dica cosa pensa di quello che sta succedendo al Movimento cinque stelle. Roma è, come dice qualcuno, secondo lei, la tomba del grillismo?
“Si illude chi pensa che questa esperienza romana, sulla quale cerco di utilizzare meno aggettivi possibile, perché noi con Roma vogliamo collaborare, possa cambiare il giudizio degli elettori che vogliono votare Grillo”.
Ma il ritorno in campo di Grillo è un segnale di forza o di debolezza?
“Non mi occupo delle dichiarazioni di Beppe Grillo. Anche se nella sua analisi di Palermo, si fa per dire analisi, dice una cosa chiara: io dico di no perché dire di no per me è la più alta forma di politica. No alle Olimpiadi, no all’Expo, no a un accordo su una legge elettorale, no al referendum. Poi, a forza di dire, no la legge dantesca del contrappasso ti porta a riprenderteli tutti quei no, persino dai tuoi candidati assessori. Chi dice solo no, non vuole neppure provare a governare. Noi ci stiamo provando. E dire di no non la consideriamo la nostra più alta forma di politica”. Pausa. “Le devo dire però che quando penso a Grillo penso a una cosa in particolare, a proposito della famosa democrazia autoritaria. Trovo impressionante che nessuno si ponga una sola domanda sul fatto che il partito che ci accusa comicamente di aver messo in pratica una svolta autoritaria è lo stesso partito controllato da una srl privata che fa incassi attraverso l’attività di un movimento politico e che firma contratti privati con i sindaci con tanto di penale. Trovo allucinante che nessuno ponga questo tema, ma siccome nessuno lo fa non sarò certo io a farlo…”.