Renzi non lascerà la segreteria del Pd e ripartirà dagli oltre 13 milioni di Sì
Il numero di consensi, nonostante la sconfitta, resta alto, superiore a quello delle europee del 2014. E' su questo che il premier dimissionario intende investire tutto per logorare il fronte del No
In mattinata Matteo Renzi riunirà il Consiglio dei ministri e poi salirà al Colle per rassegnare le dimissioni, la partita sul dopo referendum è già iniziata. Matteo Renzi lascerà Palazzo Chigi, ma non la segreteria del Pd. Nonostante la sconfitta al referendum, il premier sa di avere ancora a disposizione una risorsa importante, conseguita proprio in occasione del voto di domenica. I Sì incassati per la riforma costituzionale ammontano al 40,9 per cento, pari a 13.432.208 voti, contro gli 11 milioni e 100mila voti che invece raccolse alle elezioni europee del 2014, che già allora rappresentarono un risultato eccezionale. Mentre nella minoranza del Pd Speranza e D'Alema hanno ripetuto dopo il voto che serve "una svolta necessaria", i numeri restano dalla parte di Renzi che valuta l'ipotesi di anticipare il Congresso.
Se ne parlerà martedì, quando è convocata la direzione del partito. Per ora, il premier dimissionario vuole ripartire da quel 40,9 per cento per tentare di logorare il fronte del No, come ha annunciato lui stesso nel suo discorso di ieri sera: "A loro competono oneri e onori, a loro compete la possibilità di avanzare proposte per la legge elettorale".