Il rapper Bello Figo (foto via Facebook)

Per Cazzullo Bello Figo è stato decisivo per far perdere il referendum a Renzi

Redazione

Con “Non pago affitto” il rapper ha danneggiato l'ex premier più degli appelli di Zagrebelsky, dice l’editorialista del Corriere nella rubrica delle lettere

Non è stata solo per l’effetto Brexit e per l’effetto Trump, per la crisi economica e la disoccupazione giovanile, ma la sconfitta di Matteo Renzi al referendum costituzionale è stata colpa anche del rapper ghanese Bello Figo e in particolare della canzone “Non pago affitto” e del suo endorsement per il Sì. Almeno questa è l’analisi politico-musicale che Aldo Cazzullo fornisce ai lettori del Corriere della sera nella rubrica delle lettere. “Caro Aldo, nei social non si fa altro che parlare di Bello FiGo, artista conosciuto per le sue canzoni rap – scrive Mario – in cui esalta la vita degli immigrati in Italia, parlando di grande agio, wi-fi libero e ‘figa bianca’. Il mio modestissimo parere è che ci troviamo di fronte a una macchietta che fa un umorismo ‘di destra’”. “Caro Aldo, ‘Non mi sporco le mani perché sono già nero’, canta Bello FiGo – scrive Giuseppe in una seconda lettera – questo personaggio ha voluto trasmettere con le sue canzoni messaggi sbagliati che offendono tanto i migranti quanto gli italiani indignati per l’immobilismo del governo”.

 

Cazzullo raccoglie le perplessità dei lettori rispetto ai testi del rapper e nella sua risposta aggiunge un elemento politico: l’impatto determinante di Bello FiGo sul referendum costituzionale e quindi sull’assetto istituzionale e il futuro del paese: “Caro Mario, caro Giuseppe, la libertà artistica è sacra. Ma qui si tratta non di un artista, bensì di uno squallido furbacchione, che speculando sulla tragedia degli annegati e sul disagio degli italiani riesce a essere razzista sia nei confronti dei neri che dei bianchi (le sue parole sulle donne sono odiose). Salvini lo attacca; ma i suoi testi sembrano scritti da lui. Le minacce fanno solo il suo gioco – scrive l’editorialista del Corriere – E la canzone in cui annuncia beffardamente il Sì al referendum ha danneggiato il povero Renzi ben più degli appelli di Zagrebelsky”.

 

Dopo una delle ultime risposte di Sergio Romano, che per molti anni ha curato la rubrica delle lettere prima di cedere il posto ad Aldo Cazzullo, ci sono state diverse critiche da parte dei lettori per alcune imprecisioni teologiche dello storico rispetto alla sacralità dell’Antico Testamento e degli Atti degli Apostoli per i cristiani. Ora, invece, con l’arrivo di Cazzullo e l’esegesi dei testi di Bello Figo si è ritrovata piena sintonia con i lettori.

 


Qui chi è Bello Figo, raccontato dal Foglio: