Manovre per il 2018
Renzi guarda con grande interesse le manovre di Berlusconi per svuotare Lega e Ncd
Silvio Berlusconi non sta mandando avanti le sue manovre solo all’interno della Lega, dove continua ad avere un buon rapporto con Roberto Maroni il quale, come è noto, non è in ottime relazioni con il leader del Carroccio. Il gran capo di Forza Italia si è concentrato anche su Fratelli d’Italia per allontanare Giorgia Meloni da Matteo Salvini. E a quanto pare la sua operazione sta andando a buon fine. Prima Berlusconi ha corteggiato Ignazio La Russa. Dopodiché è passato alla Meloni e ora è convinto che la leader di Fratelli d’Italia si sfilerà dall’abbraccio di Salvini.
Non pago, Silvio Berlusconi sta cercando di schiacciare il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. La sua idea è quella di sfilargli pezzi importanti del partito che non intendono andare alle elezioni con il Pd.
A proposito di elezioni. Il leader di Forza Italia ha fatto sapere ai suoi che alla fine il Partito democratico cederà sul premio di coalizione. Sì, Berlusconi è convinto che Matteo Renzi darà il via libera per cambiare l’Italicum in questo senso. E così il premio di maggioranza, che il leader di Forza Italia preferisce chiamare premio di governabilità, sarà assegnato non più al partito vincente ma alla coalizione.
Dal fronte del Pd, in realtà, non è stato ufficializzato ancora alcun passo avanti verso il premio di coalizione. Ufficialmente, il Partito democratico resta attestato sulla richiesta di modificare la legge elettorale ripristinando un Mattarellum parzialmente corretto. Ma in realtà, calcoli alla mano, stando all’attuale situazione elettorale, con il Mattarellum il Pd non riuscirebbe a portare alla Camera nemmeno 90 deputati. Ed è per questa ragione che, riservatamente, si sta trattando su altre opzioni.
Matteo Renzi non vuole un accordo ufficiale con Silvio Berlusconi, per paura che una simile intesa gli venga contesta dai grillini e dagli scissionisti del Pd, diventando quindi un boomerang alle elezioni future. Il segretario dimissionario, però, ritiene che se il centrodestra riuscirà a tenere nelle urne sarà più facile contenere l’ascesa del M5s.
Le elezioni, come ha ammesso lo stesso Matteo Renzi, domenica sera da Fabio Fazio, si terranno presumibilmente nel 2018 perché l’opzione – che pure resta in campo – del voto a fine settembre appare alquanto impraticabile. Ma la vita del governo Gentiloni non sarà facile. L’esecutivo sarà necessariamente costretto ad andare avanti a colpi di fiducia. E’ una deriva, questa, che Matteo Renzi non vuole nemmeno prendere in considerazione e Paolo Gentiloni è del suo stesso avviso. Ma per convincere il nuovo gruppo di Dp al Senato, dove in numeri sono ballerini, a votare i provvedimenti del governo ci si potrà affidare solo al voto di fiducia. Gli scissionisti del Partito democratico, infatti, temono di andare alle elezioni prima del tempo perché non sono organizzati e perciò faranno di tutto pur di non far cadere questo governo.
Intanto il Pd si appresta a tenere le primarie il 30 aprile prossimo. Michele Emiliano, proprio in vista di quell’appuntamento, ha chiesto il voto a tutti gli elettori, anche a quelli non del Pd, e punta alle masse che De Magistris gli garantirebbe a Napoli e dintorni. Orlando invece spera nel voto degli scissionisti del Partito democratico. Ma gli esponenti di Dp stanno già litigando proprio su questo.
Il tentativo di Orlando ed Emiliano non è di concedere le primarie bensì di impedire a Matteo Renzi di oltrepassare la soglia del 50 per cento, perché se questo avvenisse il segretario del Pd verrebbe eletto dall’assemblea nazionale, dove gli avversari di Renzi potrebbero congiungere le loro forze per metterlo in minoranza. Ma questa ipotesi che sembra affascinare molto soprattutto i giornalisti, al momento non pare avere nessuna possibilità di riuscita. Nel peggior sondaggio giunto finora al Nazareno, infatti, Renzi vince con il 57 per cento dei consensi.