Emiliano, la Xylella e il contagio grillino
L’emergenza degli ulivi è l’emblema del populismo del governatore
Un vecchio adagio dice che “Se sembra un’anatra, nuota come un’anatra e starnazza come un’anatra, allora probabilmente è un’anatra”. Seguendo questo ragionamento induttivo Michele Emiliano, per come nuota e starnazza nel mare del populismo più che un’anatra è un grillino. Egli stesso lo ammette, eppure è candidato alla segreteria del Pd. Questa duplice personalità si riflette nella sua doppia veste di magistrato e politico, ma anche in atteggiamenti al limite della schizofrenia. Oggi a Lecce e martedì a Bari scenderanno in piazza per manifestare contro l’immobilismo della regione rispetto all’emergenza Xylella, il batterio che sta desertificando l’olivicoltura salentina e minacciando quella barese con la sua avanzata verso nord. “Sarò a Lecce al fianco degli imprenditori agricoli” ha dichiarato il presidente della Puglia Emiliano, che quindi scenderà in piazza per protestare contro sé stesso.
Michele Emiliano sin dall’inizio dell’emergenza Xylella ha strizzato l’occhio ai movimenti ambientalisti e complottisti, ha partecipato alla presentazione di libri negazionisti e processioni contro i tagli degli alberi infetti, per il contenimento del batterio. Quando la magistratura ha bloccato il piano di emergenza del governo, Emiliano ha accolto “la notizia del provvedimento di sequestro da parte della Procura di Lecce come una liberazione”. E poi ha dichiarato che la regione si sarebbe costituita parte civile nei confronti degli indagati, gli scienziati che hanno scoperto il batterio e che provano a contrastare il batterio, accusati dalla magistratura di essere gli untori della malattia. L’inchiesta – condotta da magistrati che Emiliano ha assicurato essere “scrupolosi, prestigiosi, stimati e prudenti” – a circa due anni dall’inizio non ha portato ancora a nulla, se non alla diffusione del patogeno. Ora il presidente Emiliano vuole risolvere l’emergenza Xylella con una protesta di piazza, proprio come farebbe un grillino.
L'editoriale dell'elefantino