Beppe Grillo (foto LaPresse)

Il proclama di re Beppe Grillo: il MoVimento sono io

Redazione

Il comico, sotto accusa per il caso Genova, replica agli attacchi: "Chi non è d'accordo, si faccia il suo partito". E la democrazia diretta? L'uno vale uno? 

Non importa che il blog di Beppe Grillo non sia di Beppe Grillo. Che lui in realtà sia il Garante, ma anche no. Che ogni tanto faccia un passo di lato, indietro, avanti. Alla fine un'unica certezza regna sovrana: il MoVimento 5 Stelle è Beppe Grillo. E chi non è d'accordo può accomodarsi altrove. Ma come? E l'uno vale uno? E la democrazia diretta?

 

Il leader grillino ha già dimostrato, a Genova, che i tempi sono cambiati. La sua decisione di cancellare le Comunarie che avevano scelto Marika Cassimatis come candidata sindaco, e di far ripetere il voto per far vincere il suo prescelto, Luca Pirondini, continua a far discutere. Alcuni esponenti, dopo l'intervento di Grillo, hanno lasciato il MoVimento. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma già espulso dal M5s, sta raccogliendo i fuoriusciti per fondare, insieme a loro, un nuovo movimento. In tutta Italia cominciano ad essere tanti i "delusi" del grillismo. Ma Beppe non appare affatto preoccupato.

 

"Dobbiamo intenderci su che cos'è la democrazia - dice entrando alla Camera per partecipare ad un convegno sull'acqua organizzato dal M5s -. Una democrazia senza regole non è una democrazia. Noi abbiamo le nostre regole e io, da garante, le faccio rispettare. Chi non è d'accordo, si faccia il suo partito. Il metodo è giustissimo. È tutto spiegato nel blog. Io sono il garante". 

 

In realtà, ad oggi nessuno ha ancora capito veramente perché Grillo abbia annullato le Comunarie. Nel comunicato con cui il comico aveva deciso di togliere il simbolo del Movimento a Cassimatis si spiegava che "molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del MoVimento 5 Stelle prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017. In particolare hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti". La diretta interessata, stupita dalle accuse, aveva chiesto di ricevere "in forma privata la documentazione citata in oggetto perché potrebbe trattarsi di prove manipolate da detrattori della lista che non è stata certificata". E al momento è entrata in silenzio stampa annunciando che, presto, terrà una conferenza per rispondere e parlare di ciò che è successo.

  

Ma tanto nulla cambierà. Dopotutto, anche Luigi XIV, prima di Beppe Grillo, aveva usato parole simili spiegando (frase che gli viene attribuita) che "lo Stato sono io". Si chiama monarchia, non democrazia. 

Di più su questi argomenti: