Il ministro Marco Minniti (foto LaPresse)

Forza Minniti

Redazione

Perché diffidare della demagogia di Saviano sul decreto immigrazione

I professionisti dell’indignazione, con Roberto Saviano in testa, si sono scagliati contro due decreti approvati due giorni fa in Parlamento e voluti dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Saviano e compagnia considerano genericamente “di destra” i provvedimenti e accusano il ministro di aver seguito “una strada poliziesca” e di aver partorito leggi “contro i poveri”. La demagogia contro i decreti Minniti lascia il tempo che trova ma dimostra che una parte del nostro paese continua a non capire che in Italia era necessario agire laddove è intervenuto il ministro dell’Interno. I dati li ha ricordati qualche giorno fa su questo giornale Alfredo Mantovano: nel 2015, a fronte di 153.842 sbarcati le istanze di asilo sono state 83.970, e a questi numeri mancano 70.000 persone, che senza alcun titolo di regolare soggiorno ogni anno girano in Italia senza averne diritto. Questa zona grigia nasce per ragioni semplici: tempi di espulsione troppo lunghi e un eccessivo sovraffollamento dei Centri identificazione ed espulsione. I decreti Minniti rispondo a queste esigenze, prevedendo il superamento di un grado di giudizio per i richiedenti asilo e la costruzione di un Cie per ogni regione. L’idea è giusta e sacrosanta e sarebbe un disastro se il ditino alzato di un Saviano portasse una legge giusta nella spirale autodistruttiva del modello voucher. “Il nostro paese – ha detto giustamente ieri il ministro al Mattino – non deve perdere di vista l’obiettivo primario di proteggere chi fugge da guerre e carestie e di rimpatriare chi invece non gode dei requisiti”. Saviano & co. prendano appunti.

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