Passeggiate Romane
Renzi non vuole solo vincere le primarie, vuole stravincerle
L'ex premier vuole tenere a bada le correnti e avere la piena disponibilità del Pd, senza dover dare i resti non solo ai suoi avversari interni ma neanche ai vari Franceschini e Martina
Per la seconda volta nel giro di una ventina di giorni Matteo Renzi ha aperto al Movimento Cinque stelle sulla legge elettorale. Ma il suo scopo non è quello di arrivare a un’intesa con i grillini. “Loro non faranno mai un accordo con noi, tanto meno prima delle elezioni. Anche se quell’accordo dovesse aprire la strada al voto, anche perché in realtà hanno paura di andare alle urne adesso”. E allora perché mai l’ex segretario del Partito democratico insiste a proporre il dialogo ai Cinque stelle? Perché in cuor suo spera di mettere in allarme Silvio Berlusconi, e in questo modo spingerlo ad andare al confronto sulla legge elettorale. Se mai si riuscirà a fare qualcosa su quel fronte, secondo Renzi, si farà soltanto con l’appoggio di Forza Italia.
Ormai non c’è giorno che gli avversari interni di Matteo Renzi non profetizzino un flop della partecipazione alle primarie del 30 aprile. E’ un modo per depotenziare la vittoria ormai data per scontata dell’ex segretario. Il quale però non sembra turbarsi più di tanto. Le cifre che gli interessano sono quelle dei sondaggi che lo danno a 65 per cento, mentre inchiodano il ministro della Giustizia Andrea Orlando al 22 per cento e il governatore della Puglia Michele Emiliano al 13 per cento. Cifre importanti queste. Perché anche se Renzi nelle urne del 30 aprile prendesse un po’ di meno di quello che gli pronosticano i sondaggi, controllerebbe comunque da solo il partito. Ed è questo quello a cui punta veramente l’ex segretario: avere la piena disponibilità del Pd, senza dover dare i resti non solo ai suoi avversari interni ma neanche ai vari Franceschini e Martina. “Mai più come prima” è diventato il suo motto, ossia mai più dover cedere alle pressioni degli alleati e delle minoranze interne, come invece è stato finora. Anche perché se dovesse venire il momento di schierare il Partito a favore delle elezioni anticipate, Renzi vuole essere sicuro di avere dalla sua la maggioranza del Pd.
Finora Matteo Renzi si è trattenuto. La sua irritazione per certe prese di posizione di Pier Carlo Padoan o di Carlo Calenda è filtrata attraverso i giornali ma sempre ufficiosamente. Da dopo il 30 aprile, però, le cose cambieranno. E di molto. Dopo quella data infatti, come ha spiegato lui stesso ai fedelissimi, Renzi sarà diventato segretario e allora potrà dire quello che pensa di ciò che fa il governo, e potrà dirlo pubblicamente. Il che non significa che l’ex premier intenda attaccare un giorno sì e l’altro pure l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni. Ma certamente Renzi intimerà l’altolà al governo ufficialmente, ogni volta che lo riterrà opportuno. Soprattutto quando avrà l’impressione che si “tenti di imporre la linea dell’austerity Ue per interposta persona”.