Infiltrazioni (elettorali) nel M5s
Il movimento di Beppe è stato hackerato dai discepoli del “crac” di Taranto
Le candidature alle elezioni comunali confermano che Taranto è una città che “guarda al passato remoto”, come ha scritto Sofri sul Foglio. L’offerta politica per le amministrative di giugno è quella che potrebbe mettere a disposizione una “seconda Alcatraz” (copyright Gazzetta del Mezzogiorno). Sebastio, procuratore in pensione, pronto a raccogliere i voti dei giureconsulti. L’ex presidente del Tribunale di sorveglianza, Brandimarte, e Baldassari, direttrice del carcere, si disputano i voti di carcerieri e carcerati. Giancarlo Cito, personaggio al centro di vecchi contrasti già utente d’istituti di pena, bloccato dalla Severino, candida il figlio. In una simile situazione poco potrebbe andare peggio. Eppure, il peggio accade.
Il Movimento 5 stelle è stato “hackerato” dall’associazione Liberi e Pensanti, organizzatori del concertone del Primo maggio, da tempo antagonisti del siderurgico Ilva, per cui però continuano a lavorare, da sempre (metodo: chiagni & fotti). Dopo mesi di scontri con i pentastellati della prima ora hanno candidato Francesco Nevoli, figlio di Mimmo, assessore al Bilancio di Forza Italia della giunta di Bello, famosa per avere portato il comune al crac nel 2006. Nevoli è stato eletto con le “comunarie” sinora negate in caso di scontro pubblico fra più meet up della stessa città. A Taranto le reazioni di molti militanti sono furenti. Tuttavia il Sacro blog ha dato l’imprimatur il 6 maggio, l’indomani del voto. Si presume dunque il nulla osta della Casaleggio Associati. Sempre che il M5s tarantino non presenti le liste tanto a ridosso delle elezioni da rischiare sulla regolarità delle firme (vedi Bologna e Palermo), potrà ambire a togliere voti a “Cito & Son”.