Il voto utile
Il patto Renzi-Cav e le elezioni anticipate per restare agganciati al treno Ue
L’ultimo stadio delle grandi manovre per la riforma elettorale è una bozza d’intesa tra Pd e Forza Italia – quindi Renzi e Berlusconi – per l’accoppiata “sistema tedesco più voto anticipato”. L’accordo su un proporzionale con soglia di sbarramento (magari con un premio di maggioranza) non dispiace al Pd e tirerebbe il Cav. fuori dall’angolo del maggioritario che lo schiaccerebbe sulla Lega lepenista di Salvini. Renzi, in cambio di una legge elettorale che non gli dispiace, otterrebbe il voto in autunno che rincorre da tempo. Il patto è fattibile e si basa, come ogni accordo politico, su una convergenza di interessi. Nessuno scandalo. L’interesse di bottega, non l’altruismo, guida l’azione anche dei partiti che hanno in mente altre soluzioni. A questo punto, per giudicare la bontà di un accordo, bisognerebbe guardare all’interesse collettivo. E nelle circostanze attuali l’intesa Renzi-Cav. coincide, involontariamente, con il bene del paese. Ecco perché.
Il proporzionale alla tedesca non sarà il massimo, ma è più coerente del caos attuale e non è detto che ci siano spazi e tempi per leggi elettorali migliori. Soprattutto sarebbe un bene il voto anticipato. Perché (è il lodo Giavazzi) eviterebbe una legge di Stabilità pre-elettorale che rischia di sfasciare i conti e, cosa più importante, darebbe al paese un governo con pieni poteri come nel resto d’Europa. In autunno dopo le elezioni tedesche, Francia e Germania inizieranno a discutere sulla riforma dell’Europa. Inoltre a fine anno si andrà verso la fine del Qe della Bce che allevia il peso degli interessi sul debito e con il rischio politico all’orizzonte (populismo o ingovernabilità) l’Italia può essere percepita come il fattore d’instabilità dell’Ue. Il paese può permettersi un anno di discussioni su vaccini e legge elettorale?