La grande bufala della governabilità
Per ottenerla c’era una possibilità ed era il referendum. Ora che volete?
C’è qualcosa di incomprensibile, o forse di troppo comprensibile, nella campagna avviata soprattutto dalla sinistra per una legge elettorale che garantisca la governabilità ed eviti l’esigenza di coalizioni post elettorali diverse da quelle prospettate agli elettori dalle singole forze in campo. Quando la pronunciava Matteo Renzi, a sostegno delle proposte di riforma costituzionale, la parola governabilità era considerata quasi una bestemmia. In nome della governabilità, si diceva, venivano sacrificati i sacri principi della rappresentanza, con i meccanismi maggioritari si violava il dogma dell’eguaglianza dei voti e quindi dei cittadini. E’ proprio con questi argomenti che è stato travolto l’ultimo tentativo serio di creare un meccanismo adatto a una democrazia governante. Nell’attuale situazione istituzionale non esiste una garanzia di governabilità, se si preclude preventivamente la possibilità di accordi tra partiti che si sono confrontati e combattuti nelle campagne elettorali. La disgregazione prima del centrodestra e poi del centrosinistra (che comunque erano coalizioni che pativano forti contraddizioni interne anche quando ottenevano la maggioranza dei seggi e una percentuale assai vicina alla maggioranza dei voti) sono la conseguenza dell’incapacità del primo e del secondo di ottenere un consenso popolare alle riforme istituzionali che puntavano alla governabilità come esito netto di una competizione bipolare.
Coloro che hanno disgregato quel bipolarismo ora lo vogliono rievocare quando non ce ne sono più le condizioni e chiedono il miracolo di una legge elettorale che le faccia rinascere. Una legge di quel tipo, nel sistema istituzionale e nel panorama politico reale, non esiste. Infatti nessuno di quelli che la chiedono ha poi proposto una formula che concretamente realizzi quell’utopia.
Si torna indietro, verso il proporzionalismo, quindi verso le coalizioni postelettorali, si dice, come se fosse una scelta che ha qualche realistica alternativa. E’ incomprensibile che a farlo siano coloro che hanno sabotato la riforma istituzionale che appunto della governabilità era la cornice necessaria? No, perché in realtà i parrucconi e gli agitatori si preparano, con questa campagna ostativa, a recitare il copione della battaglia contro la “legge truffa”, e ne chiedono una impossibile, appunto per poter dire che quelle possibili sono truffaldine, costruite su misura per un’intesa contronatura tra Renzi e Silvio Berlusconi. Verrebbe da rispondere come il Virgilio dantesco: “Non ti curar di lor ma guarda e passa”.