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J'accuse di Calenda contro Renzi: bloccare la Concorrenza significa bloccare il paese

Redazione

Approvati quattro emendamenti presentati dal Pd che modificano il testo del ddl Concorrenza. Lunedì la discussione in aula a Montecitorio e poi si torna in Senato. Va all'attacco il ministro dello Sviluppo economico

Un altro passo indietro per il ddl Concorrenza. Oggi le commissioni Finanze e Attività produttive hanno approvato quattro emendamenti su energia, telemarketing, assicurazioni e odontoiatri, promossi dal Pd e approvati da FI, Lega, Mdp e M5s, nonostante il Governo ne avesse esplicitamente richiesto il ritiro. Il testo dovrà ora ritornare in Senato, per la quarta lettura dopo più di 850 giorni dalla sua presentazione, se lunedì anche l'aula di Montecitorio confermasse le modifiche apportate oggi dalle commissioni.

   

Ma al di là degli aspetti “tecnici”, il problema è soprattutto politico. Sul ddl Concorrenza si consuma infatti la battaglia, tutta elettorale, tra Matteo Renzi e il ministro Carlo Calenda. Non è un segreto, infatti, che quest'ultimo sia considerato ormai da molti come il candidato perfetto per sfidare il segretario del Pd nella corsa verso Palazzo Chigi. Non a caso, subito dopo che le commissioni hanno modificato il testo del provvedimento, Calenda va all'attacco (e non è difficile capire quale sia il suo obiettivo visto che gli emendamenti sono stati presentati dal Pd).

  

"Con tutto il dovuto rispetto per il Parlamento – commenta Calenda – la decisione di riaprire il ddl concorrenza a più di 850 giorni dalla sua presentazione da parte del Governo Renzi, è difficilmente comprensibile e rischia di trasmettere l'ennesimo segnale negativo su questo tema per cittadini, imprese e istituzioni internazionali".

  

Nel dettaglio, uno degli emendamenti approvati riguarda la questione della liberalizzazione del mercato elettrico, eliminando l'asta per la fornitura di energia dei clienti che non avranno scelto il loro fornitore alla scadenza del sistema di maggior tutela, una condizione già rinviata al 2019. Sul telemarketing le modifiche introdotte in commissione allentano i paletti fissati dal Senato, che nei casi di offerte commerciali proposte telefonicamente prevedeva alcuni obblighi a tutela del cliente. Riguardo alle assicurazioni, l'emendamento ripristina il tacito rinnovo delle polizze. Stretta infine per le società di odontoiatria, con l'emendamento che permette l'esercizio solo a chi ha l'abilitazione e chi dispone di un direttore sanitario iscritto all'albo degli odontoiatri. Questioni che secondo molti potevano essere discusse anche in seguito all'approvazione del ddl, senza comprometterne l'approvazione. "Il Governo – ha ricordato Carlo Calenda – ha ribadito più volte la propria disponibilità ad affrontare i punti sollevati dagli emendamenti sia accogliendo in sede attuativa eventuali atti di indirizzo del Parlamento sia promuovendo, dopo l'approvazione definitiva e senza un ulteriore e inutile rinvio, eventuali iniziative di precisazione".

    

   

"Il Pd vota contro il governo solo in tema di liberalizzazioni", commenta al Foglio il presidente della commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti, che ha ricordato come il ritardo accumulato avrà effetti anche in sede europea, se non si procede ad una rapida approvazione. Nell'agenda del Consiglio europeo, riunito oggi e domani, rientrano infatti le raccomandazioni sulla concorrenza per gli Stati membri. Una di queste, come si legge nel documento dedicato all'Italia, sollecita il Governo ad "adottare e attuare tempestivamente la legge pendente sulla concorrenza e affrontare le restanti restrizioni in materia". Più nel dettaglio, la Commissione europea rileva che "il livello di restrittività in Italia è più alto della media europea per la maggior parte delle professioni analizzate", con riferimento alle professioni regolamentate, le concessioni, gli appalti pubblici e il sistema delle autorizzazioni nonché i servizi pubblici locali, compreso il trasporto. "Ci auguriamo che il provvedimento possa essere davvero approvato entro l'estate per evitare che l'Italia parta svantaggiata in fase di negoziazione della legge di Stabilità con l'Europa", ha detto al Foglio Mazziotti, "per questo, lunedì, con il gruppo Civici e innovatori, presenteremo in aula emendamenti che ripristinano la versione del testo a quella licenziata dal Senato".

  

L'intenzione del Governo, da più voci confermata, è quella di chiudere al più presto il capitolo concorrenza. Anche perché l'alternativa è la fine della legislatura e la conseguente definitiva morte del ddl. "Il Governo ritiene che il provvedimento vada approvato definitivamente nel più breve tempo possibile", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. "Se la Camera apporterà modifiche al testo rinviandone l'approvazione definitiva, il Governo, come ha sempre fatto, ne chiederà la più rapida calendarizzazione alla conferenza dei capigruppo al Senato". Resta da verificare se le richieste del Governo saranno ascoltate dagli altri gruppi politici, a partire dal Pd, che oggi ha tirato dritto sulla sua linea aggirando le raccomandazioni dell'esecutivo.