La maggioranza non c'è. La legge sullo ius soli rimandata a settembre

Redazione

Il premier Gentiloni si arrende: al Senato non ci sono i numeri per portare avanti il provvedimento. Se ne discuterà in autunno. Esultano Alfano, Forza Italia e Lega

La legge sullo ius soli non è più tra le priorità del governo. O meglio, non è tra quelle che verranno affrontate prima della pausa estiva. Se ne riparlerà, forse, in autunno. Ammesso che ci siano le condizioni politiche per farlo. Alla fine è stato il premier Paolo Gentiloni a chiudere una vicenda che rischiava di mettere a dura prova la tenuta del governo. In un primo momento si era pensato di blindare il provvedimento con un voto di fiducia ma la posizione critica dei centristi della maggioranza e l'impossibilità di trovare un accordo con l'opposizione hanno convinto il presidente del Consiglio (al quale anche il segretario Pd Matteo Renzi aveva affidato la decisione) a desistere. Meglio rinviare la discussione a tempi migliori. Quando magari anche la pressione degli sbarchi estivi e del braccio di ferro con l'Unione europea sul tema immigrazione sarà un po' meno forte.

 

In ogni caso Gentiloni ribadisce che si tratta di una legge “giusta” e assicura l'impegno ad approvarla: “Tenendo conto delle scadenze non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza, non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva. Si tratta comunque di una legge giusta. L’impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno rimane”.

 

 

 

Al fianco del premier si schiera, attraverso il vicesegretario Maurizio Martina, il Pd: “Sullo ius soli seguiremo l’indicazione proposta dalle valutazioni del presidente Gentiloni. La legge per la nuova cittadinanza rimane per noi un obiettivo importante”. Anche Angelino Alfano, apprezzando la decisione di rinviare la discussione, assicura l'appoggio di Ap: “Su questo provvedimento abbiamo già detto 'Sì' alla Camera e lo stesso faremo al Senato dove una discussione più serena permetterà di migliorare il testo, senza che il dibattito si mescoli alla faticosa gestione dell’emergenza di questi giorni”.

 

 

Chi invece non gradisce il passo indietro dell'esecutivo è Mdp che con Roberto Speranza attacca: “Per noi lo ius soli è e resta una priorità. Ogni arretramento è rinvio è un errore. Soprattutto in questo momento. Nessun cedimento culturale alla propaganda della destra”. E Nicola Fratoianni di Sinistra italiana rincara la dose: “Ancora una volta a vincere sono le ragioni di una cultura ipocrita e regressiva”. E la Cei, attraverso il direttore della fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, parla di “una vittoria dei prepotenti sui piccoli che non hanno voce, una vittoria dell’indecisione, una vittoria dell’incapacità di risolvere i problemi”.

 

Esulta, invece, l'opposizione. Con il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che commenta: “Bagno di realismo di Gentiloni, sconfitta politica di Matteo Renzi”. E con Matteo Salvini che si intesta la vittoria.

 

 

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