Arturo Parisi: il ddl Richetti è frutto dell'antipolitica
Il voto alla Camera sul ddl Richetti "non è la vittoria di nessuno, non è una vittoria, è una concessione demagogica"
Roma. La furia grillina sui vitalizi – laddove per grillina s’intende sia quella del Pd sia quella del M5s – crea parecchie perplessità anche nel partito di Matteo Renzi. Per il professor Arturo Parisi, “se si muove dalla necessità di iniziare a metter un qualche riparo alla montagna del nostro debito pubblico” è “ un primo passo che ne chiede immediatamente di altri da parte di tutte le categorie avvantaggiate oltremisura dal metodo contributivo. Ripeto, un primo passo che, pur dentro una iniziativa straordinaria pensata tuttavia per tutti, non può non iniziare da chi riveste responsabilità politiche”. “Pensato invece come una iniziativa per i soli parlamentari” è “un provvedimento figlio e allo stesso tempo padre di un pericoloso sentimento antipolitico che nutre ma non sazia la belva che sta divorando la nostra democrazia.
Il frutto avvelenato dell’incontro tra la codardia di forze che dovrebbero pensarsi al governo anche quando sono all’opposizione, e della irresponsabilità di forze che si pensano all’opposizione anche quando sono al governo”. Molto perplesso, diciamo così, anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Spesso Renzi ha inseguito i 5 stelle, un errore”. Il voto alla Camera sul ddl Richetti “non è la vittoria di nessuno, non è una vittoria, è una concessione demagogica. Si poteva mettere un tetto massimo a pensioni e vitalizi senza procedere a un ricalcolo che rischia di essere esteso ad altre categorie. Nessuno esclude che lo si possa fare per altre categorie, è un precedente pericoloso. Si è aperta una breccia, oggi tocca i parlamentari domattina può toccare altri tipi di pensionati”. Il ministro al momento del voto non era “in aula perché in missione, ma mi sarei attenuto alla maggioranza del mio gruppo perché in un partito ci si sta così. Penso che al Senato la legge venga approvata così, poi i senatori hanno la possibilità di valutare modifiche...”.