Qui ruttolandia
Anche in Italia va male a sovranisti ed euroscettici. Le piroette sull’uscita dall’euro
Roma. Non è andata molto bene finora ai populisti in giro per il vecchio continente. Il 2017 avrebbe potuto essere il loro anno, ma così non è stato. La Brexit si sta rivelando uno spot per l’Europa, come testimonia anche un sondaggio del Pew Research, secondo cui la maggioranza dei cittadini europei vuole che i loro paesi rimangano dentro l’Unione. In Italia, il 56 per cento dice di voler stare nell’Ue, mentre il 34 chiede di uscire. Anche all’interno dei partiti più ostili al governo di Bruxelles, dal M5s alla Lega, si sbanda. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, leghista d’antica data, critica i sovranisti con cui il suo segretario Matteo Salvini s’accompagna da tempo. “Salvini ha dei pasdaran anti-Ue che lascia andare a briglia sciolta ma io sono convinto che al momento di siglare l’alleanza di governo l’Europa sarà l’ultimo dei problemi”, ha detto in un’intervista a Libero, nella quale ha anche spiegato di non sapere bene che cosa voglia dire la parola sovranismo. Lo stesso Giancarlo Giorgetti, in un’intervista al Corriere poche settimane fa, a domanda: voi volete uscire dall’euro?, ha risposto così: “Non siamo sciocchi, sappiamo bene che questo apre questioni delicate… è possibile non uscire dall’euro purché si riscriva Maastricht”. Per non parlare del M5s, che in mezzo ai suoi molti zig zag ha piazzato anche una piroetta sul referendum sull’euro sul Sacro Blog, dove ha ospitato un intervento per chiedere “la reintroduzione in Italia di quella che possiamo chiamare una ‘moneta fiscale’, una moneta che non è moneta legale e quindi non va a violare i nostri trattati, ma che possa restituire al governo la capacità di effettuare un piano di investimenti e per sostenere il reddito dei cittadini, insomma un piano di rilancio”. Insomma, l’Europa sta piacendo un po’ a tutti. Forse adesso pure a troppi.