Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi già in campagna "uno contro tutti" (e spara forte contro i tecnici)

Redazione

L’iniziale idea del segretario del Pd di creare nei collegi uninominali una coalizione con altre tre liste non si presenta di facile realizzazione

Matteo Renzi è già in piena campagna elettorale. L’obiettivo del Pd è impegnativo, perché alcuni sondaggi riservati lasciano presagire che il Partito democratico potrebbe arrivare terzo dietro il centrodestra e il Movimento cinque stelle nel caso in cui non riuscisse a creare un solido sistema di alleanze. Un traguardo, quest’ultimo, non facilissimo perché l’iniziale idea di Matteo Renzi di creare nei collegi uninominali una coalizione con altre tre liste non si presenta di facile realizzazione.

 

Ma andiamo per ordine. La prima lista, che dovrebbe essere quella di un centro riformista, stenta a decollare. Carlo Calenda ha fatto sapere anche pubblicamente che non intende candidarsi in prima persona (anche perché il ministro dello Sviluppo economico sembra piuttosto proiettato verso la poltronissima del Campidoglio). Resterebbero quindi i centristi tradizionali (alla Casini e Alfano per intendersi) e poco altro.

 

La seconda lista, la cosiddetta lista “Forza Europa” di cui si sta occupando Benedetto Della Vedova incontra parecchie difficoltà, perché Emma Bonino, che avrebbe dovuto esserne la testimonial, ha finora declinato tutti gli inviti.

 

Infine si arriva alla terza lista quella cosiddetta civica, formata da sindaci e alla quale avrebbe dovuto aggregarsi anche Giuliano Pisapia. Ma l’ex sindaco di Milano è sempre più titubante e Laura Boldrini, dopo il botta e risposta con Renzi sulla questione delle mozioni riguardanti Bankitalia, ora temporeggia.

 

Si spiega quindi perché il segretario del Pd abbia deciso di prendere la rincorsa con grande anticipo per la campagna elettorale. Lo schema è quello tradizionale del “Renzi contro tutti” e per questa ragione il leader del Nazareno ha deciso di cavalcare con grande forza la vicenda di Bankitalia. Ma dietro tanta veemenza da parte di Renzi c’è anche un’altra ragione. La si legge tra le righe delle sue ripetute dichiarazioni contro i tecnocrati e nella sua difesa della “dignità della politica”. L’obiettivo non è solo Ignazio Visco ma anche Mario Draghi. E questo non solo perché il numero uno della Bce è il vero grande sponsor dell’attuale governatore di Bankitalia. Al Nazareno infatti si fa sempre più forte il sospetto che, nel caso in cui nessuna forza politica vincesse le elezioni con nettezza, Sergio Mattarella potrebbe optare per un governo del presidente. Governo al quale si è detto pronto a offrire l’appoggio di Mdp anche Massimo D’Alema. E il capo di un governo siffatto potrebbe essere proprio Mario Draghi. Il che significherebbe mettere in mora per un notevole lasso di tempo la politica e i suoi leader.

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