Ecco chi dovrebbe farsi delle domande sulla violenza di Ostia
Giornalista e film-maker della trasmissione Nemo aggrediti da Roberto Spada. Volevano un commento sul suo sostegno a CasaPound. Un elettore violento non fa un movimento violento, ma soffiare sul fuoco non aiuta a spegnere incendi
Il giornalista della trasmissione Nemo, Daniele Piervincenzi, è stato aggredito ad Ostia, insieme al film-maker Edoardo Anselmi da Roberto Spada, membro della famiglia Spada (il clan che ha ispirato gli “zingari” della serie tv Suburra). Piervincenzi stava realizzando un servizio e chiesto a Spada un commento sul sostegno, espresso prima delle elezioni municipali dello scorso 5 novembre, al candidato di CasaPound, Luca Marsella. Domenica Marsella ha ottenuto il 9% dei voti che ora risultano determinanti nel ballottaggio del prossimo 19 novembre. La prognosi per il giornalista, al quale è stato rotto il setto nasale, è di 30 giorni. Il regista è invece ricoverato con un trauma cranico.
Prima delle elezioni, sul Foglio, avevamo raccontato dell'“ambiguo rapporto” tra CasaPound e la famiglia Spada e della galassia finanziaria che ruota attorno al movimento di estrema destra.
Il sodalizio, avevamo spiegato, non era di “natura criminale, bensì elettorale”. E il sostegno di Roberto a Marsella ne era un esempio. Dopo quegli articoli Davide Di Stefano, responsabile romano del movimento, ci aveva scritto una lettera. Qui trovate la risposta del direttore Claudio Cerasa che, tra le altre cose, sottolineava come troppo spesso CasaPound, pur considerandosi un movimento non violento in questi anni ha fatto “poco per condannare la violenza quando andrebbe condannata”.
Contemporaneamente, mentre Di Stefano parlava di “giornalisti martiri” (citando Federica Angeli, Roberto Saviano e Lirio Abbate ndr), il direttore replicava: “Un conto è criticare un metodo di lavoro (come fa il Foglio) un altro è ironizzare sulle minacce di morte che ricevono i giornalisti. I martiri esistono anche nel giornalismo e visto il mito a cui si ispira CasaPound non dovrebbe mai fare a meno di ricordarlo”.
Un elettore violento non fa di CasaPound un movimento violento e Casapound ha per fortuna condannato senza minimizzare l'episodio. Ma a noi pare che quello che è accaduto oggi a Ostia confermi un fatto elementare: di fronte alla violenza non si può essere mai ambigui. E, come scritto qui dal Foglio, CasaPound dovrebbe ricordare che soffiare sul fuoco non aiuta a spegnere gli incendi.
Ci vuole poco a fare chiarezza. Roberto Spada non è un esponente di CasaPound. Con lui non condividiamo nulla, se non una sua presenza ad una festa per bambini in piazza 18 mesi fa. Non rispondiamo certo delle sue azioni e la violenza è sempre deprecabile.
— Simone Di Stefano (@distefanoTW) 8 novembre 2017