Anna Falcone e Tomaso Montanari. Foto LaPresse

L'armata Brancaccioleone

Redazione

Divisi a sinistra, figli di una sola pazzia: staccarsi dal Pd. Senza idee né alleanze

E’ stato bello, ma non poteva durare”. E’ la battuta dei romanzetti d’altri tempi che chiudeva con lepidezza le storie dei finti amori di una sola estate. Per la premiata coppia Anna Falcone e Tomaso Montanari, i Peynet del Brancaccio, o per chiamarli con la loro prosopopea i promotori di Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza, se ne dovrà coniare un’altra: “Non è stato bello, e non è nemmeno cominciato”. Meno dolce ala della giovinezza politica, e un tantino più stupida. L’armata del Brancaccio s’è già sciolta come un’armata Brancaccioleone. L’assemblea che doveva dare struttura e contenuto all’Idea innovativa per rigenerare civicamente la politica e il paese, prevista per sabato 18 novembre, anzi “l’evento”, è semplicemente stato “annullato”. Lo hanno annunciato i due stessi animatori.

 

Che a ogni buon conto danno la colpa agli altri (se no, che società civile sarebbe?): “Lo scontro fra partiti non ci interessa”. A mandare in frantumi l’Idea sono state le “manovre politiciste” di novelli statisti come Nicola Fratoianni, Roberto Speranza o Pippo Civati. Ora si attendono due distinti documenti, di Falcone e Montanari, come in ogni divorzio che si rispetti, con la lista dei regali da restituirsi. E ci sarebbe soltanto da ridere, se non venisse soprattutto da piangere, comunque la si pensi in politica, sinistra o destra. L’armata Brancaccioleone è solo l’ultima di una serie di personalismi insulsi che hanno buttato a mare quel che rimaneva della sinistra: Vendola, Civati, Fassina, Cofferati, D’Alema, D’Attorre, Mineo, Speranza, Bersani, Grasso, Boldrini. Figli di una stessa pazzia: allontanarsi senza sapere dove andare né con quale bagaglio da un partito che un’idea di Italia e di democrazia ce l’ha, e pure contendibile: il Pd, il Pd di Renzi. Alleanze? E perché?