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La voglia di autonomia contagia anche Chiamparino

Redazione

"Credo che, a questo punto, ci siano anche per noi le condizioni per provare a sedersi al tavolo nazionale" per ragionare d'autonomia, ha detto il governatore del Piemonte

C'è stato un tempo in cui il nord dell'Italia era (quasi) un blocco unico di centrodestra. Da Venezia a Torino tutti insieme per chiedere, se non l'indipendenza, almeno una qualche forma di autonomia. Adesso non è più così. Il centrodestra governa ancora Lombardia e Veneto, mentre in Piemonte c'è il centrosinistra. Eppure potrebbe essere ancora una volta l'autonomia ad unire quello che, almeno dal punto di vista partitico, appare diviso.

 

"Io credo che, a questo punto, ci siano anche per noi le condizioni per provare a sedersi al tavolo nazionale per ragionare" d'autonomia, ha detto il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino nel corso della conferenza stampa di fine anno.

 

In realtà Chiamparino non è perfettamente in linea con i suoi colleghi anzi, rifiuta "la logica referendaria di Maroni e Zaia" in quanto "la loro è un'operazione legittima ma con un profilo politico che non è il mio". Per questo ragionerà "una volta raggiunta la stabilità di bilancio, se non vi siano materie che possano essere trasferite alla regione". Il governatore ha già chiesto al suo vice, Aldo Reschigna, "di approfondire il tema", in modo da capire quali "competenze possano essere discusse, negoziate, trasferite con le risorse connesse alla Regione in alcuni campi come, ad esempio, Formazione professionale e Beni culturali".